sabato 13 maggio 2017

Foodblogger - ricomincio da me

Foto presa dal web

Il silenzio è una discussione portata avanti con altri mezzi, disse Che Guevara. E quanto mi pare vera questa frase! Da due giorni che ho letto il post "Adotta un Food Blogger e Food blogger d'Autore", sul blog Papille Vagabonte, scritto da Gunther Karl Fuchs,  mi si è piantata in testa una discussione che non lascia spazio per altro. Tante le questioni toccate, ricchezza di spunti di riflessione. Molto su cui concordare, qualcosa su cui avere delle riserve... All'inizio mi sentì il bisogno di commentare, ma poi stetti zitta perché in effetti aveva ragione il Che, in silenzio stavo portando la discussione avanti con altri mezzi. Partiamo però dall'inizio! Chi è Gunther e chi sono io. (Dal mio punto di vista ovviamente!) Gunther è uno che quando scrisse per prima volta un commento sul mio blog, mi emozionai tantissimo! Sentì il mio cuore battere forte e mi pervase un' immensa gratitudine-tenerezza (credo il suo sia stato l'unico commento che mi sconvolse così tanto.) Gunther Karl Fuchs! Un tedesco che ha visto una mia ricetta e l'ha commentata!!! Che tenero, ha scritto in italiano!!! Come ha fatto a leggerla povero! E poi non ho ancora messo nemmeno il traduttore, pensai! Subito dopo mi balenò l'idea che il suo commento fosse casuale che il suo italiano poteva essere anche frutto del Google Traduttore. Cercai le tracce di un' autenticità d'azione. Pareva di aver letto davvero la ricetta, sembrava che avesse realmente apprezzato! Che emozione! Un tedesco che legge una ricetta in italiano, attirato da chi sa che cosa! Poi ovviamente scoprì che non si trattava di un tedesco in cerca di idee culinarie, bensì di un papà ciclista dilettante e consumatore nulla di più e nulla di meno, italiano - italianissimo, nonché "vecchio" blogger (vecchio nel senso con lunga presenza / esperienza sul web.) E così, tramitte i suoi scritti lo conobbi pure io, ultima (adesso penultima) arrivata nel mondo del blog e in particolare del food blog. Un mondo del quale con tanta lucidità e messa a punto parla Gunther nel suo articolo citato sopra, fonte delle mie riflessioni...

Foto presa dal web
 Da poco più di un anno ho aperto un blog di cucina. Fatto tutto a modo mio, partendo da una buona base di ignoranza che mi permetteva di mantenere la mia (in)genuinità. Non ho avuto nessun mentore (anche se qualche foodblogger più datato di me si è sentito il dovere di darmi qualche dritta) Fin a quel momento, le uniche ricette che cercavo su web erano ricette di cucina greca, sperando di trovarle scritte da qualcuno per passarle agli amici italiani che me le chiedevano.Così mi accorsi che su web mancavano le ricette attendibili, per quanto riguarda la cucina greca, per lo meno. Ma non per questo si apre un blog! Certamente l'idea che un domani i miei figli avrebbero cercato una ricetta greca e avrebbero trovato tante storpiature, non mi garbava molto. Tuttavia, aprire un blog è un atto di rivendicazione esistenziale, è un atto di reazione, un tentativo di evolversi. Aprire un blog, seguirlo, predersene cura è creare. Ci vuole passione per la cucina, dicono. Ci vuole pure una buona dose di disperazione, secondo me, di sofferenza da elaborare. Un blog (di cucina) è un atto di presenza! E' dire al mondo "signore e signori ci sono ancora malgrado ciò che sia accaduto, malgrado ciò che è stato..." Si cerca la comunicazione, si cerca di uscire fuori dagli schemi dentro i quali ci hanno o ci siamo chiusi. Delle volte può essere una faticosa emancipazione messa in atto! Un uscire dalla propria casalinghitudine che come emancipazione prevede solo il saper guidare la macchina per scarrozzare i figli qua e là. (Io non ho la patente! Mi sentirò emancipata quando oltre la macchina avrò pure l'autista!) E perché no, aprire un blog (di cucina, se ciò si sa fare) può essere la ricerca di un sbocco lavorativo, nell'Era del tormentone "il lavoro te lo devi creare". Già, perché lavori per tutti pare non ce ne siano e aver un post di lavoro pare sia un posto al sole! Essere food blogger è quindi il risultato di più varianti, non solo di una grande passione per la cucina che certamente ci deve essere.
A tratti pare che il vero foodblogger, quello autentico, quello "d'Autore" è solo quello che parte da una serenità economica, mosso unicamente da una grande passione, incurante di essere comunque un influencer se non per il mercato, per la cultura dell'alimentazione sicuramente! Ed è su questo punto che arbitrariamente vorrei aggiungere,
con le suddette riflessioni ma anche con altre ancora che arriveranno piano piano, le mie pennellate sul quadro del ritratto del "foodblogger."
Per ora, tempo scaduto. Devo correre per recuperare il tempo sottratto dai lavori di casa e dagli impegni di famiglia...

Ci tornerò sul argomento, dato che ormai osservo il mondo del food blogging dall'interno, con la stessa curiosità che mi pervade verso il mondo ogni volta che salgo in autobus...

9 commenti:

  1. Che dire?! Perfetto, condivido tutto, te l'ho già detto più volte: mi piaci tanto come cuoca, quanto come "scrittrice" Saper trasferire su carta il proprio pensiero in modo chiaro e fluido non è da tutti...aspetto il seguito, un abbraccio

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  2. Mi hai fatto molto ridere, la vignetta favolosa reppresenta la realtà almeno a casa mia, non mangiate quello che lo devo fotografare nella maggior parte delle volte arrivo sempre troppo tardi.

    Non è necessario condividere tutte le mie riflessione e infatti il post non è stato gradito, le motivazioni con cui si apre un blog sono differenti,

    Blogger d'autore forse non mi sono spiegato bene volevo solo creare una differenza di qualità non certo una differenza economica.

    Comunque il progetto ho visto che non piace e non partirà nessun problema.

    Ho riso molto anche perchè vecchio sono vecchio blog, comunque sono dieci anni che mi insultano dicendomi che non so parlare italiano e invece adesso lo parlo bene -))

    C'è una spiegazione molto semplice mia moglie era, perchè da qualche anno purtroppo non c'è più di Bolzano, dove ho vissuto per diversi anni.

    Un abbraccio G

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    1. Ecco... adesso non ci capisco più niente! Quindi non sei italiano??? Io all'inizio ho pensato fossi tedesco per via del nome, poi ho scoperto che si tratta del soprannome di un blogger. Non ho pensato certo che fossi tedesco per errori che considero di battitura...

      Io non sarei certa che il tuo post non è stato gradito, a meno che tu non abbia le prove fatte da tanti messaggi di disappunto.

      Delle volte un progetto parte da solo senza chiedere permesso a nessuno, nemmeno a chi l'ha concepito! Il seme di Food blogger d'Autore credo che ormai sia stato piantato... Vediamo che succede!
      La cosa certa è che c'e bisogno di una definizione, di una diversificazione, di un codice deontologico da seguire, di una presa di coscienza e di responsabilità dell'essere food blogger.

      Un abbraccio a te!

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  3. ho capito la gran parte di ciò che hai scritto perché ti conosco... io non so cucinare per nulla, lo sai.... quindi non posso dire nulla sui foodblogger... credo però, come accanita lettrice di blog di qualsivoglia natura, di non condividere le motivazioni reali o presunte che hai citato per cui si apre un blog... ma questa é un'altra storia. e se ogni tanto cucino qualcosa, lo devo solo a te e alla Chicchina... per cui io, blogger d'Autore o no, vi adoro lo stesso!!!!

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    1. Speravo di essere riuscità a spiegarmi anche a chi non mi conosce...
      Le motivazione sono sempre presunte! Di motivazioni reali conosco solo le mie e di qualcuno che mi ha confidato le sue.
      Saper che io e la Chicchina abbiamo un tale merito (di metterti ogni tanto ai fornelli) mi rende tanto felice e contenta ancora di più di aver un blog di cucina... per cui io, blogger d'Autore o no, ti adoro pure io!

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    2. Grazie Ester, ad oggi, il blog, è stato tanto lavoro ed impegno, tanto per me quanto per Eleni, con momenti di scoraggiamento in cui ci si sostiene a vicenda. Le soddisfazioni più belle ce le regalate voi: se anche una sola volta vi abbiamo messo ai fornelli allora abbiamo vinto!! E poi ..il resto arriverà, si spera, grazie di cuore a tutti, in primis a Eleni e a Gunter che hanno lanciato il sasso, baci!

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  4. Complimenti,io ho un blog di cucina ma non so se sono una foodbloggeer,conosco Gunther é fantastico,sono qui attirata dalla vignetta,ahahah,ti seguo ,le tue riflessioni sono interessamti,alla prossima,vado un po' in giro,buona domenica

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    1. Benvenuta Paola! Ora ti seguo anch'io!Sai, ho passato anni cercando di non darmi dei titoli (che poi non sono manco quotati in borsa!)Quindi per anni vivevo in completa simbiosi e armonia con un uomo ma quando ci chiedevano "siete fidanzati?" noi spalancavamo gli occhi "Fidanzati? Chi? Noi? Noooo" Bisognerebbe invece fare come i cuccioli davanti all'evidenza:
      "donna che ama e accudisce = mamma"
      "persone che stanno insieme = fidanzati"
      "persona che ha un blog di cucina = foodblogger"
      Poi tutto lo si può essere senza sentirlo. Nel caso di "mamma" è grave perché essere mamma e non sentirselo può dare delle complicanze, ma essere foodblogger e non sentirselo credo ci possa stare!
      Buona Domenica!
      (Felice che la vignetta ti abbia attirata!)

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Grazie per essere passati e aver lasciato un commento! Ogni critica, perplessità, domanda sono per me spunti di riflessione e crescita!