Taramosalata: amata cremina di uova di pesce, lavorata nel mortaio di legno da mangiare spalmata su crostini di pane ma anche su fette intere! Mia nonna ci teneva in particolar modo ad insegnarmi come si fanno tutte le creme, che poi nella cucina greca vengono chiamate "insalate" e diventano sfiziosi stuzzichini consumati come antipasti. Le ricette tradizionali vedono protagoniste varie mousse o cremine, chiamatele come volete lavorate a mano con tanta maestria. Taramosalata e agliata si preparano sia con pane raffermo che con patate bollite, patzarosalata (insalata di barbabietole rosse), melitzanosalata (di melanzane) e tirosalata o tirokafteri (quella di formaggio) ognuna segue una ricetta ben precisa. Per la taramosalata si usano le uova di carpa o merluzzo sottosale, prodotto che non si trova in Italia. Da molto però volevo provare a fare taramosalata con bottarga, anche se si tratta di uova di muggine o tonno salate ed essiccate. In effetti esce lo stesso un'ottima taramosalata seguendo i principi fondamentali della preparazione, ovvero: pane buono (io lo preferisco dalle patate) di semola, olio extravergine d'oliva di ottima qualità e in grandissima quantità e uova di pesce di ottima qualità. Vivendo in Sardegna non mi è stato difficile reperire del buon pane di semola e soprattutto della ottima bottarga di muggine. Vi do le quantità che ho sperimentato io, tuttavia dipende molto da quanto è salata e secca la bottarga. Importante ricordarsi (per chi volesse riprodurre la pietanza greca) che la taramosalata originale ha bisogno di limone e non di aceto, di cipolla e non di aglio e di olio extravergine in quantità e di qualità! Per il resto assaggiate e aggiustate!
Ingredienti:
40g di bottarga di muggine grattugiata
100ml acqua
20g di cipolla dolce
30ml di succo di limone
65g di molica di pane raffermo, pesata a secco (meglio se di pane di semola)
180ml olio extravergine d'oliva
pizzico di sale
Esecuzione:
Bagnate bene la mollica di pane e strizzatela. Mettete nel frullatore il pane, la cipolla, la bottarga grattugiata il pizzico di sale, l'acqua e il limone e frullate bene. A filo aggiungete l'olio e continuate a frullate. Io ho messo 180 ml ma si può mettere anche di più. Portate la mouse di uova di pesce, nel nostro caso la mousse di bottarga, alla consistenza che volete aggiungendo sempre a filo un poco d'acqua ancora, se serve. Servite la taramosalata su crostini di pane come sfizioso antipasto.
"Ogni lasciata è persa" e in un certo verso è vero, ma se è stata lasciata qualche motivo ci sarebbe perché venisse persa dico io... E poi a me piace recuperare le lasciate perse e ritrovate e assaporarmele con una consapevolezza diversa! E niente... Baci di dama furono uno dei primi dolcetti che conobbi arrivata in Italia. Me li offrì la mamma di un mio compagno di casa. Nell'intimità della nostra cucina, dove prendevano luogo le chiacchierate più calde e saporite mentre preparavamo pasti e pasticci mi offrì i baci di dama che aveva appena comprato al supermercato. Non so se lei li conoscesse già o meno, essendo pure lei greca. So soltanto che me ne guardai bene dall'accettare, pensando "ma... se prendo uno come faccio a chiedere il secondo!Vergogna! Meglio non sapere cosa mi perdo! Meglio di no!" E poi, non capitò mai più avere un bacio di dama a portata di mano, a stuzzicarmi gusto e olfatto per vent'anni e passa, finché La Chicchina non mi piazzo sotto gli occhi i suoi meravigliosi baci di dama in questo post (QUI) dove spiega come si possono fare e giù a leggere i commenti di gente che come sospettavo non riesce a fermarsi a uno ne a due! Basta questa volta li voglio assaggiare pure io! Vi dico la verità... da quando ho scattato le foto che vedete, dei miei primi baci di dama ne ho sfornato a quintali perché a casa i figli mi li hanno chiesti per colazione, merenda e spuntino pomeridiano! Ho accoppiato baci di dama chiacchierando piacevolmente, dopo tanti anni, col mio vecchio compagno di casa ed è bello quando una ricetta diventa il pretesto per recuperare momenti in compagnia. La ricetta che vi propongo è senza glutine, per venire incontro alle mie intolleranze alimentari ma vi assicuro che nessuno se ne accorge. Se invece non avete problemi potete fare tranquillamente la ricetta diLa Chicchina! Come spesso succede ognuno personalizza a seconda dei propri gusti, quindi dalla ricetta di partenza ho ritoccato di pochissimo la quantità di zucchero, giusto per imbrogliare i miei sensi di colpa e poter mangiare i baci di dama a due a due e ho aggiunto un piccolo uovo per paura che la farina di riso, essendo priva di glutine fosse troppo friabile dopo la cottura.
Ingredienti:
200g di nocciole tostate
180g di zucchero
150g di burro ammorbidito
1 uovo piccolo
250g farina di riso
200g di cioccolato fondente 50%
Esecuzione:
Frullate lo zucchero insieme alle nocciole fino ad ottenere una polvere fine, dice La Chicchina. Così ho fatto io, quindi fatelo anche voi! Poi nel burro ammorbidito aggiungete l'uovo e fatelo incorporare per bene. Proseguite con la polvere di zucchero e nocciole e la farina di riso. Formate un panetto e lasciatelo riposare in frigo per mezz'ora. Formate palline della grandezza di una nocciola e mettetele a cuocere in forno statico prescaldato a 175°C per 18 minuti.
Lasciate sfreddare e nel frattempo sciogliete lentamente il cioccolato fondente a bagnomaria o al forno a microonde senza scaldarlo troppo. La Chicchina suggerisce una furbata per facilitare l'accoppiamento delle due parti dei baci, appoggiandoli nei bordi di una teglia. Io ve ne suggerisco un'altra: potete facilitarvi il lavoro poggiando i biscottini su una grata! Prendete un mezzo bacio, mettete sopra un po' di cioccolato fuso e lasciate per un poco di tempo perché il cioccolato si sfreddi aumentando la sua resistenza al peso dell'altra metà del bacio. Accoppiate e il gioco è fatto!
Oggi è San Giuseppe, la festa del papà e non ci poteva essere data migliore per festeggiare il papà di casa, che come San Giuseppe scelse di essere padre generando amore, fermezza e dedizione. Chi segue blog e ricette avrà capito che i nostri due figli sono arrivati per adozione non per riproduzione. Uno dei due modi per diventare genitori, modi belli tutti e due. Madre Teresa di Calcutta disse che una donna che diventa madre d'un bambino nato da un'altra donna è come
acqua che evapora e si fa nube, volando in cielo per portare acqua a un
albero nel deserto. Dalla mia esperienza vi dico che nessuna nuvola si muove se non c'è un vento che la spinge!Se la madre è la nube il papà è quel vento che la muove, la sostiene, la porta leggera a trovare il suo albero nel deserto, anzi due! Due piccoli alberi di baobab per noi! Papino di casa nosta, vento mio dolce e deciso, a te che ogni sera racconti le fiabe e li fai vivere non una ma 3, 4 vite belle, che hai atteso quanto me, che hai allattato quanto me, che hai dimezzato le tue ore di sonno (quanto me), che al loro primo vagito scatavi prima di me, a te dedico non le zeppole di San Giuseppe (che buone, sono buone pure quelle...) bensì le zeppole che più ami, quelle fatte come le facava tua nonna: is zippulas, le zeppole sarde! Is zippulas, fatte e rifate per carnevale, so che è con queste che vorresti festeggiare, non perché piacciono a te ma perché i tuoi figli ne vanno matti e come per la pizza che ormai ti esce dalle orecchie, quando chiedo "cosa preparo stasera?" tu non mi rispondi più a seconda dei tuoi gusti ma a seconda dei loro... Quindi, zeppole siano per ancora una volta! La ricetta sarda, presa dal libro di Itala Testa (della quale avevo parlato QUI) che, se ho capito bene, lei a sua volta prese dalle "lettere dal carcere" di Antonio Gramsi. La ricetta delle zeppole che in ogni caso tu ricordavi preparasse tali quali tua nonna, proprio nella scivedda, antica bacinella sarda fatta di terracotta, come quella che si vede nelle foto.
Vediamo come si preparano le seppole sarde: Ecco qua la ricetta letta e adattata poi ai ricordi d'infanzia del papà di casa!
Ingredienti:
50ml acqua tiepida
3 bustine di zafferano
50ml acqua tiepida
12,5g lievito fresco
1kg farina manitoba
una patata 217g pesata intera prima della cottura
200g di ricotta
4 uova
una presa di sale
180g di succo d'arancia
scorza di 4 arance
50ml grappa
100ml malvasia
100ml acqua
100g di zucchero
olio di aracchidi per friggere
Esecuzione:
In 50ml di acqua tiepida mettete 3 bustine di zafferano e il altri 50 ml di acqua sempre tiepida sciogliete il lievito. Fate bollire la patata, pelatela, schiacciatela e passatela un colino a maglie fitte, insieme alla ricotta. Aggiungete le uova una per volta, la presa di sale, e la scorza di 4 arance, l'acqua dello zafferano e il lievito sciolto. Continuate aggiungendo la farina, impastando e incorporando piano piano tutti i liquidi: succo d'arancia, sciroppo tiepido fatto con 100ml di acqua e 100g di zucchero, malvasia e grappa (fil'e ferru se riuscite a trovare, la grappa sarda). Dopo aver impastato tutto mettete in uno o due recipienti capienti, coprite (io con pellicola trasparente) e lasciate in luogo caldo fino al raddoppio (io le ho preparate di notte, lasciate in luogo fresco e fritte la mattina dopo, o anche preparate di mattina lasciate in luogo più caldo e fritte dopo 2 ore.)
Mettete abbontante olio per friggere a scaldare, con olio d'oliva oleatevi bene le mani, prelevate una piccola pallina d'impasto, che sarà un impasto molto morbido e idratato e con pollice aprite un foro al centro, formando una ciambella. Mettete nell'olio e friggete a temperatura bassa. Appena la zeppola viene in superficie, giratela per farla dorare da entrambi i lati. Una volta pronta, appoggiate in carta da cucina per far loro prerdere l'olio in eccesso e cospargete di zucchero. Friggete poche zeppole per volta in modo da poterle gestire. Escono circa 100 zeppole piccole.
Il pollo alla diavola è classica ricetta della cucina italiana e precisamente romana, amata anche nelle altre regioni dove ognuna da la sua interpretazione. Questa è la ricetta del pollo alla diavola che per due decenni tra '70 e '80 veniva proposta da un rinomato ristorante di Cagliari. Siamo in Sardegna quindi, i sardi amano molto il trito di aglio e prezzemolo e non avrebbero potuto dare migliore interpretazione. Per noi fa parte della tradizione famigliare, si annovera tra i ricordi d'infanzia di mio marito e si annovererà anche tra i ricordi d'infanzia del miei figli, credo. Se non siete acerrimi nemici dell'aglio provatela! Se il pollo alla diavola su ricetta sarda è andata alla grande per vent'anni e passa, qualche motivo ci sarà! Ingredienti:
1 polletto ruspante di 650g circa
3 cucchiaiate di olio extravergine d'oliva
1 cucchiaino di sale
pepe nero
peperoncino in polvere
1 spicchio d'aglio
5-6 listeli di prezzemolo
Esecuzione:
Preparate un trito di aglio e prezzemolo, aggiungete sale, pepe e peperoncino. Ripulite il polletto dalle piume residue e passatelo dalla fiamma per eliminare eventuali peli. Lavatelo e asciugatelo bene. Tagliate il pollo lungo il petto e apritelo. Posizionatelo tra due fogli di carta forno e appiattitelo con un batticarne o meglio ancora con un martello grande. Condite il pollo prima con l'olio e poi con il resto degli ingredienti e lasciate che il condimento penetri. Potete aspettare un ora come potete preparare il pollo in largo anticipo, metterlo in frigo con il suo condimento, e tirarlo fuori un ora prima di cuocerlo il giorno dopo. Ovviamente più lunga è la marinatura maggiormente si insaporisce la carne. Potete cuocerlo in una padella antiaderente, in una piasta, o alla griglia. Su fuoco medio e piastra ben calda mettete il pollo e copritelo con un coperchio più piccolo della padella, direttamente appogiato sul pollo, il modo da tenere la temperatura, lasciando tuttavia fuoriuscire i vapori. Per 22-25 minuti girate il pollo spesso e qualche volta, premete la carne contro la piastra o padella che sia in modo che aderisca bene e il vostro pollo alla diavola su ricetta sarda è pronto ad essere gustato!
Questa ricetta è inventata di sana pianta da Apriti Sesamo. Un primo di gnocchi che sinceramente merita affermarsi come piatto che porta a tavola il carattere del suo territorio di nascita, la Sardegna! Qualche giorno fa sono capitata davanti un bel pezzo di ricotta mustia. Ricotta fresca, salata e leggermente affunicata, fatta esclusivamente con latte di pecora. Malgrado la mia grande passione per latte e prodotti ovini, non conoscevo la ricotta mustia sia perché non amo particolarmente i formaggi affumicati, sia perché la ricotta mustia viene prodotta nel nord Sardegna e per noi del sud è come se fosse prodotto importato dall'estero! La prima cosa che mi venne in mente furono gnocchi di ricotta affumicati! Già al supermercato avevo deciso le proporzioni e il condimento, quindi immaginate con quale impazienza sono arrivata a casa. Il risultato appagante al massimo, meriterebbe essere considerato tra i piatti della cucina sarda! Per ragioni di intolleranze alimentari li ho realizzati senza glutine, usando la farina di riso, ma potete benissimo sostituirla con farina 00 nella stessa quantità. Anche per l'affumicatura giocate sulla proporzione tra ricotta mustia e ricotta di pecora non affumicata, per trovare il vostro livello di gradimento. Basta, non c'è altro da dire. C'è da assaggiare!!! Ecco come prepareremo gli gnocchi di ricotta mustia:
Ingredienti:
125g di ricotta mustia
125g di ricotta di pecora
1 uovo
125g farina di riso
30g di pecorino grattugiato
per il condimento:
80ml di olio d'oliva extravergine
1 cipolla bianca grande
300g foglie di bietole
sale
pepe nero macinato sul momento
Esecuzione:
Impastate la ricotta mustia, la ricotta di pecora, l'uovo, il pecorino e la farina di riso e lasciate riposare per 30 minuti. Nel frattempo mettete l'olio a scaldare, aggiungete la cipolla tagliata a tocchetti e fate imbiondire aggiungendo anche un goccio d'acqua. Lavate, asciugate, sminucciate le foglie di bietole e aggiungetele in padella, facendole appassire. Prelevate un pezzo dell'impasto degli gnocchi formate un cordoncino e tagliatelo in parti uguali. Buttate gli gnocchi in acqua salata che bolle, appena escono a galla, contate un minuto o due se avete optato per gnocchi più grossi, scolate e saltateli in padella con la cipolla e le bietole. Servite con pepe nero macinato fresco e una spolverata di parmigiano, se gradite.
Il minestrone di ceci è un piatto saporito, nutriente e facile da preparare anche con largo anticipo! Lo si può cucinare la sera prima e rincasando dal lavoro trovare pronto un pasto sostanzioso. Ricordatevi che i legumi più sono freschi, meglio cuociono e più saporiti risultano, e che sono più indicati a pranzo che a cena. A casa la parola minestrone per qualcuno è uno spauracchio e qualcun altro invece lo mangerebbe ogni giorno! In ogni caso, questo minestrone fatto con ceci e bietole mette tutti d'accordo, specialmente se condito con un piccolo peperoncino!
Ingredienti:
400g di ceci secchi
100g di riso integrale
120ml di olio extravergine d'oliva
5 cipollotti freschi
un cespo di bietole da costa
1 pomodoro sotto sale
1 cucchiaino di sale
Esecuzione:
Scegliete dei ceci lontani dalla loro data di scadenza e mettetli in ammollo per 12 ore. In acqua NON salata (tre dita oltre i legumi) mettete a bollire i ceci e con la schiumarola togliete la schiuma che si formerà. Aggiungere i cipollotti freschi tagliate a rondele e leggermente soffriti, le bietole lavate e tagliete a pezzettini, il riso integrale, l'olio, il pomodoro sminuzzato, e il sale. Abbassate al massimo la fiama e fate sobbollire per un ora circa.
Petto di pollo alla griglia è un piatto veloce, leggero e fatto con la ricetta di Apriti Sesamo anche molto ma molto gustoso! Si può preparare in anticipo avendo riguardo di non seccarlo durante la cottura, oppure anche all'ultimo quando si ha pochi minuti a disposizione per mettere sul piatto un buon pasto. Un secondo comodo che accompagnato da insalata può essere anche un piatto unico per chi vuole stare leggero. Si può cuocete sulla griglia o su una padella antiaderente usandola come piastra. La marinatura oltre a lasciare tutti i suoi profumi e sapori aiuta la carne a mantenersi tenera e succosa. La mia versione preferita e timo, olio, limone e sapa o saba della quale la ricetta travate QUI, ma quando la mia sapa finisce, miele di timo, miele di agrumi o anche un semplice millefiori crea una combinazione di sapori altrettanto unica!
Ingredienti:
500g di petto di pollo a fettine
3 cucchiaiate di olio extravergine d'oliva
2 cucchiaiate di succo di limone
2 cucchiaiate di miele o 2 cucchiaiate di sapa
1 cucchiaino di timo
1 cucchiaino di sale (5-6g)
Esecuzione:
Diluite il miele o la sapa nel succo di limone, aggiungete il sale, l'olio e il timo. Mischiate bene con la marinatura massaggiate le fettine di petto di pollo (ma va bene anche il tacchino). Lasciate riposare da un minimo di 1 ora ad un massimo di 24 ore in frigo. Per cuocere il petto di pollo toglietelo fuori dal frigo almeno mezz'ora prima in modo che prenda un po' temperatura ambiente. Scaldare la piastra o una padella antiaderente e a fuoco medio-alto cuocete per pochi minuti per parte. Se le fettine sono molto spesse, giratele più volte. Ripulite la padella con carta forno tra una cottura e l'altra. Servite con abbondante insalata fresca e qualche patatina fritta per i più piccoli. (Le palline che vedete nelle foto sono frittelle di formaggio, la prima ricetta del mio blog che trovate QUI) Buon divertimento e buona degustazione a tutti e se volete lo possiamo prepare insieme in 15 minuti compreso tante chiacchiere:
Pomelina la preziosa è una crostata mimosa! Una crostasta che vorrebbe assomigliare ad una torta mimosa! Tutta gialla, ripiena di crema pasticcera e sbriciolata sulla superficie. Una crostata dai sapori forti ma sorprendentemente delicata. Il nome "Pomelina la preziosa" è frutto di consultazione con le amiche, ovviamente! Tutte donne speciali che instancabilmente... Instancabilmente? Ma che dico! Sono tutte stancabilissime, stanche proprio e malgrado ciò, con un accumulo di fatica che manco zio Paperone accumulava così il denaro, vanno avanti ad oltranza e a mezzanotte sfornano pure torte e biscotti per la mattina dopo. Pomelina la preziosa è fatta con una frolla alle noci, senza glutine (ma se non avete problemi usate pure la stessa quantità di farina 00), ripiena di crema pasticcera aromatizzata con scorsa di limone e preparata con latte di capra! Per completarla ho scelto di sbriciolare due spicchi di pomelo e inutile dirvi che il risultato è di un equilibrio unico! Quindi, è con la mia crostata Pomelina che voglio augurare a tutte le donne una felice festa! E che la forza sia con voi tutti i giorni, amiche, madri, figlie, amanti, dolci, acide, amate da nessuno o da troppi, cercate sempre o lasciate in disparte, in bilico tra equlibrio e folia, tra resa e vittoria, in perenne lotta con le calorie o beatamente menefreghiste, lavoratrici in nero dentro le mura domestiche e stimate professioniste fuori... Auguri sinceri a tutte, con affetto Apriti Sesamo!
Ingredienti: per la frolla alle noci
100g di burro
80g di zucchero a velo (io l'avrei preferita con 60g ma fate voi...)
1 tuorlo
200g di farina di riso
3g di lievito in polvere
50g di noci tritate grossolanamente
scorza di limone non trattato
per la crema pasticcera:
270ml latte di capra
40g di zucchero
1 tuorlo
40g di amidodi mais
pizzico di sale
scorza di limone non trattato
2 fette di pomelo
Esecuzione: Mettete il burro a temperatura ambiente in una ciotola, aggiungete il tuorlo, lo zucchero a velo e la scorza del limone e lavorate per mischiare bene tutto. Aggiungete la farina di riso, una punta di lievito e le noci tritate grossolanamente (io le ho spezzetate a mano). Mischiate tutto e appena si incorpora tutta la farina, raccogliete in una palla, coprite con pellicola alimentare e lasciate riposare per 20 minuti in frigo. Stendete la frolla mettendola tra due pezzi di carta forno, e con la carta forno della base trasferitela in una tortiera piccola. Tagliate l'impasto che avanza col quale potete formare delle palline o biscottini insomma da cuocere separatamente per accompagnare una tazza di tè. Bucherellate la pasta frolla e infornate a forno statito prescaldato a 180°C per 20 minuti circa. Nel frattempo preparate la crema pasticcera: nel pentollino che poi porterete sul fuoco mettete lo zucchero e il tuorlo e lavoratelo con una frusta a mano fino ad ottenere una cremina di colore più chiaro del tuorlo. Aggiungete il pizzico di sale, la scorza di limone, l'amido di mais e a filo il latte di capra freddo. Mischiate bene bene per disciogliere amido, tuorlo e zucchero e ponete sul fuoco. Continuate a mischiare con la frusta finchè non si addensi. Fate sfreddare la vostra crema pasticcera mischiando spesso in modo che non si formi la crosta. Quando la base di pasta frolla alle noci e crema sono fredde, farcite e impreziosite con pezzi di pomelo.
Carciofi e bottarga sono un sublime antipasto sardo e quando tutto ciò si trarforma in un primo di pasta la bontà si amplifica all'ennesima potenza! I carciofi sardi, quelli spinosi, hanno un sapore molto deciso che con la bottarga di muggine (bottariga in sardo) si abbina benissimo per creare sia un antipasto che uno dei primi regionali che adoro. Pasta con carciofi e bottarga è un classico primo piatto della cucina sarda! Unica aggiunta mia che si discosta dalla ricetta originale ma che come scelta resta comunque molto sarda è l'aggiunta della scorza e del succo di limone, e poiché i sardi di casa approvano, ve la scrivo così come la preparo. Una ricetta facile, molto veloce e troppo buona!
Ingredienti:
320g di pasta (Il formato che avete a disposizione. I sardi preferiscono gli spaghetti.)
100g di olio d'oliva extravergine
4 carciofi sardi
1 spicchio d'aglio
un cucchiaio di prezzemolo tritato
sale q.b.
scorza di limone
un cucchiaio di succo di limone
bottarga di muggine grattugiata
Esecuzione:
Mettete l'acqua salata della pasta a bollire e nel frattempo pulite i carciofi: privateli delle foglie esterne più dure, fino ad arrivare a quelle interne più tenere. Tagliate le punte e poi a quattro parti. Pulite la bavetta interna e le punte delle foglie interne e tagliate i carciofi a fette. Se siete abbastanza veloci non c'è bisogno di mettere i carciofi in acqua con limone in modo che non anneriscano, in fondo sono solo 4 carciofi! Potete mettere le fettine direttamente in padella con l'olio e successivamente accendere il fuoco e farle ammorbidire. Aggiungete lo spicchio d'aglio intero se non lo gradite molto oppure trittato se vi piace. Salate leggermente i carciofi e lasciateli soffrigere aggiungendo magari un goccio d'acqua e il prezzemolo tritato e il succo di limone. Appena la pasta è pronta, scolatela, saltatela in padella insieme ai carciofi e servitela subito con una generosa spolverata di bottarga di muggine grattugiata.
Una sublime monoporzione di millefoglie fatta nel modo di Apriti Sesamo ovviamente, con l'amata pasta fillo, gioiellino della cucina greca, ripiena di una leggera crema pasticcera aromatizzata con scorza d'arancia e salsa di cioccolato fondente, perché oggi bisogna festeggiare bloghino mio! Due anni insieme io e te e mille altre belle persone! Angolino mio, rifugio e gratificazione oggi hai due anni e come un figlio di due anni vai ancora tanto seguito e curato, sei dolcemente stancante perché le cure e le energie che richiedi sono tantissime ma io in te deposito anima e mente cercando di guadagnare un pezzo di eternità. Mia nonna, quella che vive in noi e nella nostra bella avventura, quella che sottofondo commenta immancabilmente ricette mie e di tutti gli altri, diceva che la cucina è l'unica forma d'arte che puntualmente viene distrutta, disintegrata, che nel momento culmine del suo apprezzamento, non esiste più! Guardava la tavola da sparecchiare a fine pasto e diceva: ecco... non esiste più nulla, come se io non avessi fatto nulla! Io invece mi sono fatta furba e lascio in te tracce di quello che passa per la tavola di questa casa che come avrebbe detto nonna "è benedetta perché sempre piena" (che ai suoi tempi non era mica scontato...) Lascio in te foto, ricette e a volte racconti, da salvare dall'oblio e dallo stomaco che disintegra tutto!
Auguri piccolino mio che il meglio di te deve ancora arrivare! Adesso però andiamo a vedere come preparare questa dolce ricetta con la quale ti abbiamo festeggiato, perché può essere che qualche altra persona gradirebbe replicarla! Millefoglie di pasta fillo aromatizzata alla cannella e caramellata, con strati di crema pasticcera profumata con scorza d'arancia e salsa di cioccolato fondente. Ecco come:
Ingredienti per 3 o 4 porzioni:
6 fogli di pasta fillo (più uno se volete fare anche i bastoncini di pasta fillo)
olio di semi
zucchero grezzo di canna
cannella
per la crema pasticcera:
500 g di latte intero
100 g di zucchero
2 tuorli d'uovo
1 g di sale
40 g di amido di mais
scorza di una arancia grande non trattata
per la salsa di cioccolato:
50 g di cioccolato fondente
20 ml di latte
Esecuzione:
Prendete un foglio di pasta fillo, spennellatelo di olio, cospargetelo con un po' di zucchero di canna e spolveratelo di cannella. Sovrapponete un secondo foglio e ripetete l'operazione fino a sovrapporre tutti i sei fogli. Tagliate la base che avete creato il 12 pezzi, come nella foto e mettete i pezzettini sulla teglia da forno foderata da carta, coprite con altra carta da forno e mettete sopra come peso una teglia più piccola, in modo che durante la cottura restano pressati. Per fare i bastoncini invece, oleate la pasta fillo, cospargete di zucchero e cannella, tagliate in 4 pezzi e arrotolate dal lato più lungo. Cuocete in forno preriscaldato a 180°C per 20-25 minuti. Per preparare la crema pasticcera trovate QUI le indicazioni per farla risparmiando qualche pentola da lavare... Lasciate sfreddare la crema pasticcera, sciogliete lentamente e a temperatura bassa il cioccolato e componete la vostra monoporzione di millefoglie di pasta fillo caramellata come nelle immagini.
PS: l'impeto sarebbe stato potervi offrire realmente una monoporzione e festeggiare oltre il virtuale, ma ci dobbiamo accontentare... In fondo, nel "virtuale" c'è tanto "reale"...
La crema pasticcera è una preparazione base della pasticceria che la usa per farcire bignè, sfoglie, frolle e torte, ma anche per creare nuove creme come la crema diplomatica che si ottiene incorporando nella crema pasticcera della panna montata.Qui vi lascio la ricetta base che usa Apriti Sesamo, con meno tuorli d'uovo da quella canonica, con l'uso dell'amido di mais al posto della farina per essere senza glutine e con una esecuzione un po' più sbrigativa, sporcando meno stoviglie. A seconda dell'uso e del proprio gusto sceglierete voi come profumare la vostra crema pasticcera come sceglierete voi se aggiungere cacao e farla una crema pasticcera al cioccolato. Liberate la fantasia e preparatevi di prenderla a cucchiaiate anche prima della destinazione d'uso finale, perché è molto buona! Nel caso voleste preparare una dose più piccola, utilizzate su mezzo litro di latte, 100g di zucchero, 2 tuorli, 1g di sale e 40g di amido.
Ingredienti:
1lt di latte
200g di zucchero
5 tuorli
2g di sale
85g amido di mais
da scegliere uno tra i profumi:
una stecca di vaniglia
2 cucchiaini di estratto di vaniglia
scorza d'arancia
scorza di limone
1 bustina di vanillina
20-40ml di rum
Vediamo ora come fare la crema pasticcera a risparmio energetico! In una pendola mettete lo zucchero, i tuorli e il sale e lavorate con la frusta fino ad ottenere una cremina più bianca di quella inizialmente ottenuta. Aggiungete l'amidi di mais e un goccio di latte e mischiate energicamente incorporando piano piano tutto il latte. In caso avete scelto di preparare una crema pasticcera alla vaniglia è il momento di incidere la stecca per la lunghezza, aprirla e con un coltello a punta grattare via i minuscoli semini profumati e giiungerli alla crema. Le altre profumazioni le potete aggiungere anche alla fine, dividendo magari la crema e usando diversi profumi. Ponete la pentola su fuoco dolce e continuando a michiare fate addensare la crema. Fate sfreddare mischiando ogni tanto in modo che non si formi la crosta sulla superficie. Ecco fatto! Pronta la vosta crema pasticcera! Se non dovete utillizzarla subito, nascondetela perché arrivano quelli malintenzionati armati di cucchiai e te la faranno fuori tutta!