Gli/le chef cucinano vestiti di bianco
chiccoso dalla testa ai piedi (delle volte anche in nero, non ho mai
capito cosa è che determina la scelta del colore sempre chiccosi
comunque) Le foodblogger cucinano e basta. Sfornano le ultime brioche
a tarda notte in pigiama e pantofole, prima di addentrarsi nel bosco
per portare pane e sale al daino che le aspetta (giuro che è vero!)
Pure i biscottini e qualche risotto secondo me, molte li fanno in
pigiama e pantofole. Ho questo sentore...
Gli chef poi, maschi e femmine hanno i
piatti fotogenici e la vita pure! Le povere foodblogger se riescono a
fare una foto di profilo decente (quella della foto segnaletica del
genere: “io cucino”) è già festa e la piazzano lì per almeno 6
anni! Poi si vedrà.
Gli/le chef hanno fatto i corsi, le
foodblogger i ricorsi. Corsi e ricorsi! Ricorrono ad ogni espediente
per sfamare i cuccioli che hanno, che avevano (perché ormai grandi)
o che faranno (in questo caso lavorano in prospettiva!).
Le foodblogger fanno pappa buona.
Gli/le chef fanno comfortfood. (Che poi... che pappa buona è se non
la si può nemmeno nominare con facilità... comfrtfd ti si
aggroviglia la lingua! Pappa Buona! Tutto un altra cosa!... )
I grandi chef creano, le foodblogger
accanite ricreano (lo spirito della famiglia e degli amici).
I primi impiattano le loro creazioni in
creazioni altrui dove sotto la composizione della pietanza mi aspetto
di trovare anche qualche capello del prete, per non parlare poi
della distanza che deve percorrere il povero boccone prima di
centrare la bocca assaporante, sperando che il buon 50% della salsa
da degustare non goccioli sulla tesa capovolta! Le foodblogger
impiattano dove trovano e a volte ci piazzano pure un mazzo di fiori
di plastica dietro per sottolineare la plasticità dei loro momenti
di ricreazione.
Gli/le chef hanno un mestiere più o
meno spendibile, più o meno retribuito a secondo la loro bravura
(forse). Le foodblogger a volte sono donne che lavorano in ufficio,
in farmacia, a scuola e tante altre che lavorano ad un lavoro che non
esiste, perché essere mamma, moglie, amante non è un lavoro da
dichiarare scrivendo “casalinga.”
Gli/le chef sui social hanno migliaia
di persone che gli seguono, le foodblogger sui social vengono seguite
da chef e ristoratori che risiedono a Dubai, a Melbourne e in
California e son soddisfazioni!
Per i foodblogger machietti non ho
speso manco una parola, siccome sono un mondo assestante... L'unica
cosa che mi viene su di loro è che sono longilinei e nella
maggioranza giovani, diversamente parliamo di chef stellati.
Chef
e foodblogger comunque hanno anche punti in comune: sia tra gli uni e
gli altri ci sono quelli che a furia di cucinare hanno imparato a
fotografare e il contrario, (come ci sono quelli che cucinare devono
ancora imparare!) Sia foodblogger che chef parlano di foodporn (che più porn e food di Rocco che mangia le patatine non c'è ne...) Ci sono quelli che la parte bruciata la mettono
sotto sperando passi per estro creativo, ci sono quelli che
battono sul tempo il collega preparando la stessa cosa, ci sono quelli che si sanno
vendere bene e quelli che ci provano.
Differenze o somiglianze
comunque tutti, ma proprio tutti sono passati dallo stesso punto.
Hanno vissuto la stessa medesima esperienza, anche se pochi la
ricordano ancora, trovarsi intrappolati in un panetto di pasta, la
prima volta che ci hanno messo le mani! Vi ricordate?
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Riccardo chef a divenire |