Kolokythopita! Torta di zucca fatta secondo una delle più tradizionali ricette della cucina greca. La pita (pitta o pissa prima di perdere la doppia T) ha origini molto antiche. Già nell'antica Grecia si cucinavano delle schiacciate rotonde fatte con farine di cereali impastate con erbe aromatiche e sale, con sopra del pesce salato o verdure e venivano poi cotte su pietre piatte roventi, molte delle quali si trovano spesso durante gli scavi archeologici. Col passare del tempo le tecniche diventano sempre più raffinate e le schiacciate diventano sottilissime e sovrapposte. Si aggiunge anche la copertura e la pita prende la sua forma attuale. Continua tuttavia ad essere chiamata pita ogni schiacciata tonda e piatta fatta con farine di cereali. Le pite tradizionali della cucina greca sono fatte con pasta fillo (acqua, farina, pochissimo sale e tirata a mano, cioè senza l'ausilio di un mattarello) oppure con pasta fillo rustica (acqua, farina, sale, olio extravergine, aceto e tirata con l'ausilio di un mattarello fine). Si trovano con ripieni dolci o salati e la torta di zucca è forse l'unica che si trova in tutte e due le versioni. Sia dolce che salata (ricetta QUI).
Io qui vi presento la versione dolce perché è quella che faceva mia nonna, quella che ama la mia famiglia e quella che molte volte ho preparato per un amico anziano che sta concludendo il ciclo della sua vita.
Kolokythopita è un dolce adatto per il periodo della Quaresima, dato che non contiene prodotti di origine animale. Ammetto che è un po' laboriosa anche se non sembra e la bisnonna per spronare la nonna a mettersi all'opera, in questo periodo cominciava a dire sospirando "Se non si mangia anche l'ultima zucca, la primavera non viene!"
Ecco allora, mettiamoci all'opera anche noi consumando l'ultima zucca, facendo venire la primavera, addolcendo la Quaresima e augurando che sia facile il trapasso del vecchietto che fino l'altro ieri coltivava le zucche me le portava e mi chiedeva: "Eleni, mi fai una kolokythopita come quella che faceva mia mamma (era greca pure lei) quando ero bambino?"
Ingredienti:
per 8 fogli di pasta fillo rustica
- 500 g di farina 00
- 4 cucchiaiate di olio d'oliva extra vergine
- 2 cucchiaini di aceto
- 4 g di sale
- 250 ml di acqua
- amido di mais per lavorare i panetti
- olio d'oliva extravergine per ungere i fogli
per il ripieno:
- 900g di zucca pulita
- 100g di riso
- 180g di zucchero
- bucia grattugiata di un limone non trattato
- 4 cucchiaiate di olio extravergine d'oliva
- 1 cucchiaino di cannella
Esecuzione:
Lavorate gli ingredienti per la pasta fillo rustica nel modo spiegato e illustrato QUI
Stendete il primo foglio sulla tortiera oleata, spalmatelo di olio d'oliva e proseguite con tutti i 4 fogli da mettere sotto (io per fretta ho messo 3 sotto e 3 sopra, dovevo andare a trovare l'amico anziano... ma di solito si mettono 4 e 4)
Preparate il ripieno mettendo il riso in ammollo in acqua fredda per 20 minuti. Grattugiate finemente la zucca e la buccia di limone.
Scolate il riso, mettetelo in un recipiente e con la mano frantumatelo. Aggiungete la zucca, la buccia di limone, lo zucchero, l'olio e la cannella e mischiate bene.
Farcite la vostra torta e copritela con gli altri 4 fogli, oleando sempre in mezzo, altrimenti non cuociono.
Una volta coperta la vostra torta, oleate anche in superficie, incidete i pezzi e infornate a 180°C in forno statico prescaldato per 1 ora e 20 minuti circa, o comunque fino alla giusta doratura.
Non fattevi mancare una frittata di carciofi senza uova, prima che si chiuda la stagione di questo magnifico fiore dalle tante proprietà officinali! Ottima come secondo, dopo un buon risotto, ma anche come antipasto tagliata a toccheti e accompagnata con qualche salsetta sfiziosa! Facile da fare, veloce e nutriente!
Ingredienti:
- 3 carciofi grandi
- 50ml olio extravergine d'oliva
- 150gr farina di ceci
- 200ml acqua gassata
- sale quanto basta
Esecuzione:
Tagliate i gambi dei carciofi, togliete le foglie esterne fino ad arrivere a quelle tenere. Tagliate a metà i carciofi e con un coltellino appuntito togliete la barbetta interna. Affettateli sottilmente e metteteli ad appassire in una padella con l'olio d'oliva. Nel frattempo mischiate non una frusta a mano la farina di ceci con l'acqua gassata e due-tre pizzichi di sale. Quando i carciofi sono morbidi versate sopra la pastella come se fossero uova per fare una omelette. Stando attenti quindi a coprire i carciofi senza spostarli! aAbbassate il fuoco, coprite e lasciate per 4-5 minuti. Controllate la doratura della parte che tocca la padella e se vi soddisfa girate la vostra frittata di carciofi senza uova, in modo che venga dorata da entrambi i lati!
Ecco qua pronta, calda e gustosa!
Pollo con peperoni è un secondo classico e molto gustoso. Abbinato con riso, patate fritte o purea di patate diventa un piatto unico che rispetta pienamente le regole di un pasto coccoloso! Ogni casa ha la sua ricetta e dal blog non poteva mancare la ricetta di Apriti Sesamo. Pollo al forno con peperoni e riso, il tutto avvolto in una salsetta che formano le cipolle caramellate, la senape, il timo e i peperoni. Facile da fare e di sicura riuscita!
Ingredienti:
Per 6 porzioni
- 6 fusi di pollo
- 2 cipolle bianche
- 2 peperoni rossi
- 2 peperoni gialli
- 120ml olio d'oliva extravergine
- 1 cucchiaino di sale
- 2 cucchiaiate di senape
- timo
Per il riso:
- 4 tazze grandi (non quelle da tè) di acqua
- sale q.b
- 1 cucchiaiata di succo di limone
- 2 tazze grandi (le stesse con le quali avrette misurato l'acqua) di riso basmati
Esecuzione:
Lavate, pelate i peperoni, tagliateli a pezzi e metteteli in un recipiente insieme con le cipolle tagliate a fette. Condite con sale, tutto l'olio d'oliva e il timo e mischiate bene.
Adagiate la metà quantità dei peperoni in una teglia. Togliete la pelle dei fusi, spalmateli di senape e un cucchiaino di sale e metteteli sopra i peperoni.
Mettete sopra il pollo l'altra metà dei peperoni, coprite con un pezzo di carta alluminio e infornate a 200°C in forno statico prescaldato per 45 minuti circa. Dopo di che togliete la carta allumino, alzate la temperatura a 24°C e lasciate cuocere fino a far evaporare quasi tutta l'acqua che avranno buttato i peperoni!
Mettete l'acqua per il riso a bollire e appena raggiunge la temperatura buttate il riso precedentemente scacquato sotto l'acqua corrente (servitevi di un colino a maglie fitte), il succo di limone e il sale. Mescolate bene e lasciate cuocere per 10 minuti a pentola scoperta e fuoco basso. Trascorsi i 10 minuti, spegnete, coprite la pentola e lasciate per altri 10 minuti. Sgranate con una forchetta e servite il riso coperto dai peperoni.
Una torta dall'aspetto cioccolatoso ma fatta con farina di carrube! Profumo magnifico e sapore unico! Non dovete aspettarvi il sapore di cioccolato bensì pensare di gustarvi quello delle carrube! Era da molto che volevo provare ad utilizzare la farina di carrube che tante volte nonna Marigùla nominava come alimento purtroppo caduto in disuso. "Le carrube le si è sempre date agli animali ma a noi durante la guerra ci hanno salvati! Farina di carrube e miele di carrube? Se ne avevi eri un re!" E mi faceva l'esempio dando una ricetta in modo approssimativo: "Sbattevi due uova con un pugno di zucchero aggiungevi un goccio d'olio (extravergine d'oliva si intende sempre), un po' di farina e se avevi anche un pugno di farina di carrube era festa! Perfino il pane facevamo!"
Dicono che la carruba sia un sostituto del cacao e del cioccolato e in effetti per chi ha intolleranza al cacao la farina di carrube può sostituire in modo soddisfacente, tuttavia io la considererei per quel che è: un alimento saporitissimo e profumatissimo, ricco di flavonoidi, vitamine e fibre e non un sostituto di...
Eccovi qua una torta senza glutine che stava per essere spazzata via prima di essere fotografata!!!
Ingredienti:
- 180g di zucchero
- 100g margarina
- 4 uova medie
- 180ml latte
- 250g farina di riso
- 50g amido di mais
- 50g farina di carrube
- 1 bustina di lievito per dolci
- 10ml aceto di mele
- filetti di mandorle
Esecuzione:
Con le fruste elletriche lavorate bene lo zucchero con la margarina e aggiungete una ad una le uova. Quando avrete ottenuto una cremina spumosa e aggiungete il latte e le farine setacciate insieme al lievito.
Infine aggiungete l'aceto di mele o di vino.
Mettete in una teglia per torte da 24cm foderata da carta forno o imburrata e infarinata con farina di riso, coprite la superficie con filetti di mandorle e infornate a forno statico prescaldato a 180°C per 40-43 minuti circa.
Ecco fatto!
Fillo choriàtico. Nella cucina greca è una delle più antiche preparazioni. "Fillo" in greco, (scritto φύλλο) significa "foglia" e "foglio" Nel nostro caso, nell'ambito culinario indica un foglio di pasta, grosso o sottile, a seconda della preparazione e la destinazione d'uso!
Nella cucina greca troverete infatti in uso, tre tipi di fillo da utilizzare in preparazioni sia salate che dolci:
- il fillo rustico quello che vi vado a descrivere
- il fillo croustas che erroneamente viene chiamato "pasta fillo" (come in Grecia che la crostata viene chiamata "pasta Flora" pensando sia un dolce inventato da qualche signora di nome Flora!).
- il fillo sfogliata la nota pasta sfoglia francese lavorata con burro
Vediamo allora come fare la pasta fillo rustica.
La quantità che vi propongo è per 4 pezzi di fillo rustico che come quantità può essere abbastanza per sperimentare ed esercitarsi. Vi usciranno 4 sfoglie dal diametro di 44-45 cm circa che potete farcire con 100 g di formaggio fetta sbriciolato, per ciascuna e friggere o mettere al forno. Preparerete così delle piccole tiropites secondo la ricetta dall'isola di Skopelos (Tiròpita Skopèlou)
Ingredienti:
- 250 g farina 00 o farina di semola rimacinata
- 2 cucchiaiate olio extra vergine di oliva
- 1 cucchiaino di aceto
- 2 g di sale
- 125 ml di acqua
- amido di mais per aprire le sfoglie
Per il ripieno
- 400 g di feta
- olio extravergine d'oliva per spennellare in caso volete mettere al forno anzi che friggere
Esecuzione:
Formate un cratere nel cumulo della farina e versate il sale, l'olio, l'aceto e l'acqua. Impastate tutto in un panetto, che non so per quale magico motivo lasciate cadere dall'alto sul banco di lavoro per una decina di volte, ottenendo alla fine un panetto più omogeneo!
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Prima e dopo |
Dividete il panetto di pasta fillo rustica in 4 parti, formate delle palline, oleatele in superficie e lasciatele riposare per una ventina di minuti.
Prendete una pallina, schiacciatela con la mano e infarinatela con amido di mais.
Con il mattarello più fine che avete, aprire una sfoglia il più sottile possibile.
Non scoraggiatevi se si apre qualche buco e non cercate di richiuderlo. Piano piano con il tempo e l'esperienza non succederà più. O per lo meno se succederà la vivrete col giusto distacco emotivo!
Una volta fatta aperta (o stesa) la pasta fillo con l'aiuto del mattarello posizionatela sopra una teglia, spennellatela di olio e procedete con il resto delle palline. Una torta salata ha un minimo di 4 fogli sotto e 4 sopra.
Se inveve volete fare tiropita di Skopelos sopra il foglio di pasta fillo rustica sbriciolate 100 g di formaggio feta, arrotolatela e formate una chiocciola.
Friggetela a temperatura media in abbondante olio d'oliva. In alternativa potete metterla al forno a 200°C fino a doratura desiderata, ma in quel caso prima di sbriciolate la feta dovete spennellare il foglio di pasta rustica con olio extravergine d'oliva. Naturalmente io vi ho dato la ricetta semplice della tiropita di Skopelos ma nella cucina greca troverete svariati ripieni e tutti tradizionalmente usati! Intanto gustatevi questa!
Un contorno veloce e coccoloso come solo le patate possono esserlo. Se poi viene preparato da nonna che lo presenta come "patate a sa schiscionera" è ancora meglio! Una ricetta sarda ma anche tanto nazionale, direi! Patate in verde, condite con olio, aglio e prezzemolo. In antichità si preparavano dentro una pentola di coccio che nel cagliaritano veniva chiamata "sa schiscionera" e dal nome della pentola prende il nome anche il condimento. Diventa quindi a "sa schiscionera" qualsiaci cosa viene condita con aglio, olio e prezzemolo. Le cozze in verde, le patate in verde diventano "cozze a sa schiscionera" "patate a sa schissionera" e a sa schiscionera mia suocera condisce a crudo anche succulente bistecche di carne di cavallo! Le quantità delle patate vanno gestite secondo le vostre esigenze. Come contorno potete calcolare due patate media per ogni commensale più "due per la pentola" come si dice in Grecia. Per il resto basatevi nel vostro buon senso e al vostro buon palato!
Niante di chè quindi da un semplice contorno di patate fatte o chiamate alla sarda. Una ricetta veloce quanto tradizionale che i miei figli amano molto e non poteva quindi mancare dal blog!
Ingredienti:
- patate
- olio extravergine d'oliva
- sale
- aglio
- prezzemolo
Esecuzione:
Fatte bollire le patate con la buccia in acqua non salata, per tempo che varia a seconda della qualità delle patate che avete. Dopo 20 minuti provate a pungere comunque con un coltello una delle patate per verificare lo stadio di cottura e calcolare approssimativamente il quanto manca. Devono essere morbide ma non stracotte.
Scolate le patate, lasciatele perdere un po' di calore, sbucciatele ancora calde e tagliatele a pezzettini. Il una padella antiaderente e non di coccio ormai, non alla schiscionera quindi, mettete abbondante olio di oliva extravergine le patate a pezzettini salatele e lasciatele dorare un po' mettendo anche l'aglio trittato fine o tagliato a metà se preferite toglierlo dopo. Alla fine aggiungete il prezzemolo tritato, lasciate insaporire un po' e spegnete il fuoco. Servite le patate a sa schiscionera calde, come contorno!
Melòpita Sifnou! Un ricetta che arriva dall'isola di Sifnos! Nella cucina greca, isolana per lo più ma anche continentale, l'accostamento di formaggio e miele ha radici antichissime e vasta diffusione tra le isole del Mediterraneo. A Sifnos si prepara questa torta di miele e anthotiro fresco non salato, un formaggio che assomiglia molto alla ricotta. Il periodo migliore per preparare e gustare una torta di miele e ricotta è quello di Pasqua, durante il quale la produzione di latte è elevata e di alta qualità anche se ormai Melopita si trova nell'isola di Sifnos quasi tutto l'anno!
Ingredienti:
- 450g di ricotta di pecora (mista capra/pecora, oppure vaccina)
- 50g di zucchero
- 100g di miele (io misto di millefiori e abete)
- pocchissima buccia di limone non trattato
- 4 uova
- 35g di farina 00
facoltativo:
- 1 noce di burro
- 2 fogli di pasta fillo
Esecuzione:
Con le fruste elletriche montate a neve fermissima i bianchi dell'uovo e teneteli da parte.
Lavorate bene i tuori con lo zucchero, aggiungete la ricotta, il miele, pocchissima buccia di limone e la farina. Infine, con una spatola in silicone, con movimenti delicati dal basso verso in alto, incorporate i bianchi montate a neve.
Imburate e infarinate una teglia (io ho usato una rettangolare da 6 porzioni) e rovesciate il composto. In alternativa potete imburrare la teglia stendere una foglia di pasta fillo, imburarla con burro sfuso e poggiare una seconda foglia sopra. Così avrete pradicamente foderato la vostra teglia con una carta da forno comestibile, croccante e fragrante! La pasta fillo sotto non è presente nella ricetta tradizionale ma è un espediente al quale ricorreva spesso mia nonna!
Cuocete in forno statico prescaldato a 180°C per 40-45 minuti. Nel modo tradizionale si serve condita ulteriormente con miele e spolverata di cannella, ma io la trovo squisita anche con cioccolato fondente fuso con rum e sopra la cannella!
Con questa ricetta partecipo al contest: MEAT FREE CONTEST ideato da "una mamma che cucina" ed ospitato dal blog "Sabrinaincucina"
Lahanòriso! Nella cucina greca ci sono pochi risotti su ricetta tradizionale. Uno di questi è il risotto di cavolo crauto, un ortaggio che i greci amano molto mangiato sia a insalata semplice che come insalata Constantinopoli o fatto sottaceto.
La concezione che hanno i greci del risotto è diversa di quella vigente nella cucina italiana. Nei risotti italiani il riso viene tostato, sfumato con vino, cotto con la graduale aggiunta di brodo e mescolato spesso in modo che l'amido venga rilasciato e infine mantecato con una noce di burro. Nei risotti della cucina greca, il riso non viene proprio tostato, non si utilizza la sfumatura col vino, ne la base di brodo. La cremosità e il sapore base viene dato dal utilizzo di un maggior quantitativo dell'ingrediente protagonista di ogni risotto. Si cerca di mescolare il meno possibile in modo che i chicchi non rilascino l'amido, a meno che non si tratti di un risotto in bianco, (risi lapà) riservato agli ammalati.
Come spesso ho scritto la cucina greca si serve di una vasta gamma di piatti vegani, per il periodo della Quaresima. Il risotto di cavolo crauto e uno di quelli, insieme all' risotto agli spinaci (spanakòriso) e al risotto al pomodoro (domatòriso). Essendo privo di alimenti di origine animale (burro o formaggio) si serve condito con qualche goccia di limone che si abbina magnificamente alla dolcezza che il cavolo crauto dona al risotto. Se comunque volete accompagnarlo con qualche formaggio, aggiungere un pezzetino di formaggio feta sbricciolato o del pecorino grattugiato. Vi ricordo che il parmigiano o il grana padano (squisiti su ogni risotto) farebbero perdere l'autenticità del sapore!
Ingredienti:
per 6 porzioni
- 80-100ml di olio extravergine d'oliva
- 2 cipolle bianche (180g)
- 1kg di cavolo crauto
- 1 chucchiaino di sale
- 400g di riso Carnaroli (Vialone nano, Arborio o Roma superfino)
- mezzo cucchiaino di concentrato di pomodoro (io 3 pomodori piccoli freschi)
- limone (facoltativo)
Esecuzione:
Togliete le prime foglie di un cavolo crauto fresco e compato.
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Prodotto del mio orto! |
Lavatelo per intero, asciugatelo e tagliate a piccoli pezzi un chilo. Tagliate anche le cipolle e mettete insieme al cavolo in una pentola dove avrete messo l'olio a scaldare.
Stufate bene cavolo e cipolle, aggiungendo sale e una-due tazze di acqua. Tirate a cottura fino a che il cavolo crauto risulti così morbido da sciogliersi, deve quasi caramellare. Quando lo stufato di cavolo e cipolle sarà rimasto solo con l'olio di cottura aggiungete il riso, mescolate per qualche minuto, aggiungere il mezzo cucchiaino di concentrato di pomodoro e poi aggiungete acqua bollente in dosi maggiori di quanto avrete fatto per un risotto italiano. Non mescolate in continuazione e non superate il tempo di cottura indicato per il riso che avrete scelto.Assaggiate e aggiustate di sale. Allo scadere del tempo, lasciando il risotto con un po' d'acqua. Spegnete, coprite e lasciate riposare per 5-7 minuti. Condite con qualche goccia di limone a piacere.
Ispirata dalla torta al acqua con cioccolato al latte mi viene voglia di provare a fare una torta all'acqua con cioccolato fondente questa volta, che oltre ad essere senza uova sia anche senza glutine. Voglio provare anche ad aggiungere un po' di aceto, come ho letto da qualche parte che fanno i tedeschi con la torta al cioccolato e mi viene pure l'idea di spezziarla al peperoncino! Ecco fatto, un classico del giorno di San Valentino: Torta cioccolato e peperoncino! Cosa volete che vi dica! Vuol dire che rifesteggiamo! D'altronde non si dice che il fuoco dell'amore fa tenuto sempre accesso? Mica posso aspettare un anno per provare a fare la torta cioccolato e peperoncino! Festeggiamo di nuovo, che problema c'è!
Il contenuto di zucchero è basso perché a me piace abbinarla con confettura di pere o marmellata d'arancia e un bicchiere di latte, o con fragole e panna montata (aridaje con sta roba che sa proprio di San Valentino!!!). Quindi se vi piace più dolce aumentate di 40g-60g la quantità di zucchero. Consistenza compata e cioccolatosa, profumo fondente e retrogusto piccante! Godetevela a colazione ma anche a merenda o dopo cena!
Ingredienti:
- 200g cioccolato fondente (io 75%)
- 55ml latte
- 100g di robiola o Philadelphia (io avevo ricotta di pecora)
- 100g di zucchero
- mezzo cucchiaino di peperoncino
- 50ml olio di semi
- 190ml di acqua tiepida
- 20ml di aceto di vino rosso
- 200g di farinadi riso
- 80g amido di mais
- 1 bustina di lievito vanigliato
- zucchero a velo per spolverare
Esecuzione:
Mettete il cioccolato a pezzettini
dentro il latte e scioglietelo a temperatura bassa nel forno a microonde
o a bagnomaria. Con una frusta a mano amalgamate bene finché risulti
omogeneo.
In un altra ciotola mettete lo zucchero,
la robiola o Philadelphia (o perché no, ricotta di pecora), l'olio e il peperoncino e
con la frusta amalgamate bene fino ad ottenere una crema senza grumi.Incorporate l'acqua tiepita insieme all'aceto
Unite il cioccolato e la farina setaccita insieme al lievito e
continuate ad amalgamare.
Rovesciate il composto in una teglia
imburrata e infarinata, oppure foderata con carta forno, livellatelo con
la spatola e cuocete in forno statico a 180°C per 40 minuti circa.
Spegnete, aprite leggermente lo sportello e lasciatela sfreddare dentro
il forno.
Avrei voluto una torta alle fragole, figlio1 una torta al limone, figlio2 le fragole al limone, così uscì il pan di limone farcito con panna e fragole! Ovviamente per l'esigenze di famiglia la ricetta di Apriti Sesamo non poteva che essere senza glutine, ma se voi non avete intolleranze utilizzate tranquilamente, nella stessa quantità, farina 00 al posto della farina di riso.
Dato che oggi (giorno della pubblicazione della torta) si festeggiano le donne ho voluto creare sopra un motivo di torta mimosa (eh va bene, vi dico la verità: con tutte le torte mimose che circolano mi è venuta voglia di provare l'ebbrezza di sbizzolare un pezzo di pan di spagna che avevo in freezer tra l'altro, quidi da sbolognare) e la dedico ad una donna che da anni sta dietro un punto d'ascolto per donne maltrattate, donne che subiscono violenze di ogni genere, donne in difficoltà. La dedico a lei anche per un altro motivo, ragione per cui gliela dedicherei un qualsiasi giorno dell'anno: la dedico a lei perché pan di limone farcito con panna e fragole mi ricorda i nostri primi contatti e racconti di sè dove lei metteva le mani avanti cercando di convincermi di essere acida, (un po' come il limone)
ma da anni non vedo altro che il suo cuore fatto di panna e fragole.
Ingredienti:
per il pan di limone
- 125g margarina senza olio di palma e grassi idrogenati
- 4 uova
- 180g di zucchero
- 1 limone medio-grande intero NON trattato (circa 185g)
- 275g di farina di riso o farina 00
- 75g amido di mais
- 1 bustina di lievito per dolci
per la farcitura
- 250ml di panna fresca
- 2-3 cucchiaiate di zucchero a velo
- 300g circa di fragole (o comunque quantità a piacere)
Esecuzione:
Lavate bene il limone, togliete la parte dove è attaccato il picciolo, tagliatelo ed eliminate eventuali semi. Mettete il limone intero, polpa e buccia nel frullatore e frullatelo bene insieme con la metà quantità dello zucchero.
In una terrina lavorate bene con le fruste elettriche la margarina e il resto dello zucchero. Incorporate una ad una le uova e poi il limone frullato, la farina che avete scelto setacciata insieme al lievito e l'amido di mais.
Mettete in una teglia imburrata e infarinata e cuocete a forno prescaldato, a 180°C per 35-40 minuti circa.
Lasciate sfreddare, tagliate a metà e farcite con panna fresca montata con due-tre cucchiaiate di zucchero a velo e fragole tagliete a pezzettini.
Risotto al tartufo nero. Lo so, non è da mangiare tutti i giorni ma ordinare 50g di tartufo nero online costa decisamente meno che andare dalla parrucchiera, comprare un capo firmato, o addobbare la casa con oggettini che se si vien a saper il prezzo al chilo costano ben più del tartufo! Quindi tutto è questione di scelte, non ditemi "se uno se lo può permettere..." Vale la pena conoscerlo, ma più che altro valeva la pena farlo conoscere ai miei piccoli che lo hanno accolto con "che puzza! Sembra odore di gas!"
Come fare il tartufo? Gli chef si sbizzariscono e io che nel mio piccolo, dentro le mura domentiche, sono un grande chef, ho fatto la mia scelta: risotto al tartufo nero, sfumato con Trebbiano d'Abruzzo DOC, tirato a cottura con brodo di quaglie, mantecato con tuorlo d'uovo e parmigiano, impreziosito con scaglie di tartufo e uova di quaglie alla coque!
Noi ce lo siamo gustato, come ci siamo gustati le quaglie al mirto, fatte dopo aver prodotto il brodo e le piccole uova di quaglia alla coque che insieme al tatrufo avevano un sapore divino!
50gr di tartufo nero pregiato sono stati più che sufficienti per condire bene 4 porzioni abbondanti. Ci è voluto un po' di lavoro per pulire le piccole uova di quaglia ma per il resto è filato tutto liscio.
Ingredienti:
Per 4 persone
- 400g di riso carnaroli
- 40ml di olio d'oliva extravergine
- 1 spicchio d'aglio
- 1 bicchiere di vino bianco (Trebbiano d'Abruzzo Doc)
- 1 cucchiaino di sale
Per il brodo
Per la mantecatura
- 20g di parmigiano reggiano
- 2 tuorli d'uovo di gallina freschissimi
- 2-3 cucchiaiate di brodo (o acqua calda nel caso fosse finito)
Per il top
- 12 uova di quaglia
- 50g di tartufo nero pregiato
Esecuzione:
Un giorno prima di preparare il risotto al tartufo mettete in una pentola 1,5lt di acqua e fatte bollire per 30 minuti le quaglie che una volta cotte potete utilizzare per preparare le quaglie al mirto, tipica ricetta sarda. Prendete il brodo, filtratelo con un colino a maglie fitte e una volta sfreddato mettetelo in frigo, in modo di far solidificare l'eventuale grasso e poterlo appunto sgrassare.
Il giorno dopo mettete i tartufi in acqua per 10 minuti e poi con uno spazzolino morbido lavateli sotto l'acqua corrente per fare andare via la terra. Tamponateli con un pezzo di carta da cucina.
Mettete in un pentolino acqua e quando comincia a bollire mettete con attenzione ma anche rapidità le uova di quaglia. Contate un minuto e mezzo di orologio e tiratele fuori. Rompetele e rimettetele nel pentolino con acqua fredda, così sarà più facile pulirle.
Mettette in pentola l'olio extravergine, lo spicchio d'aglio tagliato a metà (o se preferite una piccola cipolla bianca che poi lascierete nel risotto, mentre l'aglio verrà tolto) e tostate bene il riso. Sfumate con un bicchiere di vino bianco e delicato e tirate a cottura aggiungendo il brodo di quaglia caldo e il sale, per il tempo indicato al riso che avete scelto. (va bene carnaroli ma anche vialone nano)
A fine cottura sbattete bene due tuorli d'uovo con 2-3 cucchiaiate di brodo caldo o acqua calda nel caso vi fosse finito il brodo. Spegnete il fuoco, fatte abbassare un pochino la temperatura del riso in modo che il tuorlo non venga cotto formando grummi e aggiungete tuorlo e parmigiano. Lasciate riposare qualche minuto e nel frattempo affettate una parte del tartufo nero mentre il resto grattugiatelo e aggiungetelo in pentola. Immergete per 5 secondi le uova di quaglie cotte alla coque e già sbucciate in acqua bollente per farle riprendere temperatura, impiattate e servite subito!