Ecco qua una ricetta super golosa che prende spunto da una ricetta tipica di Salonicco ma amata in tutta la Grecia: trigona panoramatos che vuol dire "triangoli di Panorama" Croccanti triangoli di pasta fillo, inzuppati ad uno sciroppo neutro che stranamente li permette di mantenere la loro croccantezza per giorni e ripieni di crema pasticcera aromatizzata alla vaniglia. Noi però prendiamo solamente spunto, creiamo i nostri misteriosi triangoli e li riempiamo con una crema di mascarpone e nocciolata (crema di caccao e nocciole SENZA olio di palma) In rete cliccando QUI trovate anche la preparazione fatta in diretta dei triangoli di pasta fillo! Sono facili da fare e semplicissimi. Si possono usare anche riempendoli con creme salate, ma ovviamente in questo caso dovrete saltare il passaggio dallo sciroppo!
Ingredienti per 22 triangoli ripieni:
- 11 fogli di pasta fillo
- 50 - 80g di burro fuso
per lo sciroppo:
- 350g di zucchero
- 250ml di acqua
- 1 cucchiaino di succo di limone
- 1 presa di sale
per la crema:
- 250g di mascarpone
- 130g di Nocciolata (crema di nocciole e cacao senza olio di palma)
20g di cacao amaro
- 200ml di panna montata già zuccherata
Esecuzione:
Preparate i triangoli di pasta fillo come si spiega nel video e cuoceteli a forno prescaldato a 150°C per 30 minuti circa.
Fate bollire lo sciroppo per 3-4 minuti e spegnete. Appena i triangoli sono freddi e lo sciroppo ben caldo ma non bollente, tuffate per pochi secondi e triangoli, scolateli e metteteli su un vassoio pronti per essere ripieni.
Montate bene la panna. In una ciottola amalgamate bene il mascarpone, la Nocciolata e il cacao amaro e delicatamente incorporate la panna montata. Riempite una sac à poche che vi aiuterà a riempire i vostri triangoli. Potete decorarli con granella di nocciola, noci o frutta sciroppata!
ATTENZIONE! Come tutti i triangoli hanno la loro pericolosità! Si rischia di mangiarne troppi!
Buon divertimento, alla prossima!
Una zuppa che delizia il palato anche di chi non ama particolarmente la zucca e odia le zuppe! Di solito, zucca e porri si trovano in delicate e vellutate e passate ma a noi sono piaciuti maggiormente fatti a zuppa coi pezzi interi.
Sarà perché quando eravamo in Nigeria (per adottare i nostri figli) la vellutata di zucca e porri la preparavano i cuochi di casa (e vi assicuro molto bene) ma ogni volta mio figlio (al epoca 3 anni) la guardava sconsolato e diceva "I want spagetti... no questo! Spagetti mamma, buono!"Ed è da allora che non ama i piatti che non abbiano qualcosa che si possa masticare. Lui per disperazione mastica anche il brodo o la vellutata prima di decidersi a ingoiare! Quindi questa buonissima zuppa di zucca e porri ho dovuto cambiarla un po' e farne una ricetta di Apriti Sesamo che è stata apprezzata da tutti, ma proprio tutti in famiglia, anche da quel "bello e impossibile" di mio figlio grande!
Ingredienti:
- 500g di zucca pulita
- 4 porri
- 80ml olio d'oliva extravergine
- brodo di gallina o pollo salato
- 150g di petto di pollo
- 80g di formaggio Asiago
- mezza piccola cipolla bianca
Esecuzione:
Mettete in pentola l'olio e rosolate leggermente i porri, puliti e tagliati a rondelle. Aggiungete la zucca tagliata a dadini e tirate a cottura per 10 minuti aggiungendo brodo di pollo o galina caldo e salato. Frullate il petto di pollo crudo insieme alla mezza cipolla e l'Asiago e a piccolissime cucchiaiate aggiungete in pentola e mescolate. Lasciate cuocere per altri 15 minuti e servite la zuppa ben calda.
Pollo con peperoni è un abbinamento consolidato e tanto amato. E se ci abbinassimo un ulteriore bonta? Peperoni ripieni con pollo e formaggio Asiago fresco. Uno sfizioso secondo da portare a tavola sia caldo che tiepido. Facilissimo da preparare, gustoso, bello da vedere (anche se le mie foto non rendono giustizia) e leggero! Sta bene come secondo ma anche tra gli stuzzichini di un buffet per un occasione di festa! Eccovi la ricetta:
Ingredienti:
- 150g di Asiago
- 300g petto di pollo
- 1 cipolla bianca
- 5g di sale
- 3 peperoni rossi
- 3 fette di pancarrè
- 12 olive verdi denocciolate
per condire
- 1 cucchiaiata di aceto di vino rosso
- 3 cucchiaiate di olio extravergine
- 1 cucchiaino di miele
- mezzo cucchiaino di timo
Esecuzione:
Lavate i peperoni, asciugateli e tagliate la parte superiore dove sta il picciolo. Svuotatele bene dai semi e riempitele col ripieno bello compato che avrete fatto frullando il petto di pollo, con la cipolla, e il sale. Prelevate un po' di ripieno e premetelo dentro le olive verdi denocciolate. Poi distribuite le olive in ogni peperone, infilandole nel ripieno.
I peperoni vanno riempiti fino ad un centimetro dal bordo. Sicuri di aver spinto bene dentro il ripieno tappate usando le fette di pancarrè, posizionate in una teglia foderata di carta forno e cuocete 240°C in forno prescaldato, per 20 - 30 minuti.
Tirate fuori e lasciate sfreddare il tanto da poter spellare i peperoni. Se serve, prima di tagliare a fette e servire scaldate nuovamente.
Condite con un emulsione di 1 cucchiaiata di aceto di vino rosso, 3 cucchiaiate di ilio extravergine d'oliva, un cucchiaino di miele e mezzo cucchiaino di timo. Mettete tutto in un barattolo di vetro munito di coperchio, shakerate bene e versate a piacimento sopra le fettine di peperoni ripieni di pollo!
Come si fa a riproporre un piatto di cucina tradizionale italiana e precisamente sarda quando ci si trova a 1686,3km lontano dall'isola? Malloreddus alla campidanese! Un primo isolano che unisce la bontà delle materie prime di qualità e la bravura delle donne sarde. Ci ho provato a riproporre il profumo e il gusto ai miei parenti in Grecia. Ovviamente non disponendo della salsiccia sarda fresca ho dovuto reinventarmi il sapore e sostituirla con mini polpettine fate con macinato di maiale e semi di finocchietto selvatico e coi malloreddus, gli gnocchietti sardi, fatti da me. La qualità delle materie prime c'era. Mi è mancata la mano invisibile di una donna sarda che si unisce alle mie mani e mi guida, come fa la mano di mia nonna quando cucino greco! Questa quindi passa come ricetta di Apriti Sesamo ma l'intento era quello di un piatto della cucina sarda e il sapore c'era a detto dei sardi presenti che hanno gradito! Piatto buono comunque, provatelo e le polpettine risultano uno vero sfizio!
Ingredienti:
per la pasta:
- 500g farina di semola
- 2-3 pizzichi di sale
- 200ml di acqua
per le polpette:
- 250g di macinato di maiale
- 30g pangrattato
- 60ml acqua
- mezzo cucchiaino di sale
- 1 cucchiaino di semi difinocchietto selvatico
- un poco di pepe nero
per il sugo:
- 1 cipolla
- 120ml di olio extra vergine d'oliva
- 1kg di pomodori da sugo
- sale
Esecuzione:
Impastate gli ingredienti per le mini polpettine, coprite con pellicola e lasciate riposare per almeno 4 ore in frigo. Meglio se una notte.
Impastate la farina di semola con 2-3 pizzichi di sale e l'acqua. La quantità di acqua che servirà dipende dall'umidità della farina e dell'ambiente. Io ero in una giornata estiva, in Grecia, quindi clima molto secco. Dovete ottenere un panetto d'impasto liscio e ben compatto. Copritelo e lasciatelo riposare 1 ora. Poi formate dei cordoni sottili, tagliate a pezzettini di mezzo centimentro e passateli da un arriccia gnocchi o dalle maglie di un cestino per darli la forma caratteristica.
Formate le polpettine piccolissime, quanto un acino d'uva. Mettete in una padella antiaderente l'olio e appena è caldo buttate le polpettine e fatele dorate leggermente. Aggiungete la cipolla tagliata fine e appena si ammorbidisce unite i pomodori spellati e tagliati a cubetti. Aggiungete sale quanto basta e tirate il sugo a cottura.
Lessate i gnocchietti in abbondante acqua salata, per il tempo che serve a finchè risultino cotti (dovrete assaggiare). Scolateli, tuffateli dentro in sugo con le polpettine e fateli saltare. Servite, condite con formaggio pecorino e buon appetito!
Delle volte anche il salato per merenda ha il suo perché! Una torta salata al pecorino, fatta con farina di ceci e cosparsa di semi di sesamo, può accompagnere bene varie merende e spuntini o addirittura sostituirsi sfiziosamente ad una fetta di pane, per chi ha intolleranze alimentari (io grano e lievito di birra).
Tagliata a fette e condita ce la siamo gustata, tutti in famiglia, in mille modi! Con formaggio fuso, con l'insalata, con dei peperoni grigliati, ma anche così come era, appena sfornata!
Vi lascio (e nello stesso tempo mi conservo) la ricetta!
Ingredienti:
- 3 uova
- 1 yogurt naturale
- 3 cucchiaiate di olio extravergine d'oliva
- 150g di farina di ceci
- 1 cucchiaiata di succo di limone
- 3 pizzicchi di sale
- 20g di pecorino grattuggiato
- 5g di lievito per torte salate (1 cucchiaino)
- sesamo
- burro e farina di riso per la teglia
Esecuzione:
In una terrina, con le fruste elettriche oppure a mano, lavorate le uova con il sale e il succo di limone. Aggiungete poco alla volta l'olio. Incorporate lo yogurt, il pecorino e la farina di ceci. Infine aggiungete il lievito.
Versate in una teglietta di allumino per torte, imburrata e infarinata precedentemente. Cospargete la superficie con semi di sesamo e infornate a forno statico prescaldato a 180°C per 35 minuti circa.
Ecco fatto! Alla prossima!
Questi tiropitakia super veloci fanno parte dagli assi nella manica delle mamme che con poca fatica e in poco tempo vogliono allestire un buffet di compleanno o preparare una merenda salata in men che non si dica! Un figlio li mangia appena sfornati e l'altro sostienne che il giorno dopo sono ancora migliori. Provateli e ditemi la vostra! Tiropitakia nella cucina greca troverete in versioni infinite. Qui per esempio ne trovate un altra! Con questa ricetta ho passato un pomeriggio piacevole, dando il via al "ricetta in diretta" preparandole in diretta appunto in compagnia di amiche che seguivano. Le registrazioni le trovate nella mia pagina Facebook
Ingredienti:
- 450 g farina 00
- 1 bustina di lievito per torte salate
- 250 ml latte caldo
- 100 ml olio di semi
- 100 ml olio d'oliva extravergine
- 1 cucchiaino di sale
- 300 g formaggio feta
Esecuzione:
Scaldare il latte fino a farlo intiepidire e mettetelo in una bacinella. Aggiungete l'olio di semi e l'olio d'oliva extravergine e il cucchiaino di sale. Rovesciate dentro la farina setacciata con il lievito e mischiate. Sbricciolate la feta e mischiatela con l'impasto senza impastare molto.
Prelevate piccole quantità, appiattitele un po' e mettetele sulla teglia foderata da carta forno. Cuocete in forno statico prescaldato a 200°C per 10-15 minuti circa (dipende dalla grandezza e la quantità di impasto che avrete infornato) comunque, fino a doratura desiderata. Ecco fatto!
Certe ricette fanno strani giri prima di giungere a destinazione. Questa è la storia delle polpette al forno come le faceva mia nonna paterna che non ho mai conosciuto. Bambina arrivata profuga dall'Asia Minore dopo il genocidio del 1922 e la catastrofe della sua città natale, Smyrne, crebbe nella città dove sono nata io e si sposò con mio nonno per amore. Di lei porto il nome, i lineamenti del viso e lo sguardo sognante come dice mio padre, (quello che io chiamo "me cala la palpebra" per intenderci). Non visse a lungo. Morì a 54 anni in seguito ad una cardiopatia, causata forse dagli elettroshock coi quali cercaronno durante la guerra civile (1946-1949) di cambiare ideologia politica a chi prima aveva combattuto contro il nazismo e il fascismo o semplicemente si schierava contro. Di lei alla fine so poche cose. So che da ragazza era una grande nuotatrice, so che quando il nonno si imbestialiva lei restava talmente serafica che aumentava la sua ira tanto da prendere la prima valigia che trovava per andare via sbattendo la porta mentre lei gli gridava: prenditi le tue chiavi! E quando dopo mezz'ora tornava lo lasciava suonare un paio di volte, prima di mandargli incontro un figlio: "vai ad aprire a tuo padre, !" diceva sorridendo compiaciuta, perché lui da lei tornava sempre. So che una volta in seguito ad una disputa, perché lui sosteneva di non dormire dopo pranzo, lei lo cucì sul divano per dimostrargli che non solo aveva chiuso gli occhi, ma si era addormentato come sempre profondamente. Lei con lui non si arrabbiava mai. Le arrabbiature le faceva prendere a lui che la sua ira divampava come un fuoco di paglia. Bastava che i loro sguardi si incrocciassero e gli passava tutto. So che amava leggere e che era una donna molto colta. Questo è tutto quello che so su di lei.
Quest'estate invece è successo una cosa strana che illuminò tutta la mia ossessione di non voler mettere l'uovo nell'impasto delle polpette! La maggior parte delle ricette per polpette, polpettine, polpettoni prevedono l'uso del uovo nell'impasto. Mia mamma (che faceva delle polpette meravigliose che sapevano di mamma) ne metteva. Nonna Marigùla idem! La ciottola di vetro con gli ingredienti da amalgamare bene ce l'ho davanti agli occhi. L'uovo c'era. Ecco infatti la ricetta delle polpettine lasciata in eredità, la trovate qui. Ma sempre, proprio sempre mi sono detta che l'uovo non ci stava a fare nulla! Avrei voluto toglierlo ma non osavo. Immaginate quindi il mio stupore un giorno di quest'estate al mare, quando mi trovo davanti ad una signora sconosciuta, molto bella, (che le avrei dato massimo 65 anni ma che in realtà ne aveva 80) che candidamente mi chiede se sono la figlia di Thanasis (mio padre). Mi racconta che l'ha incontrato dopo tanti anni e le ha detto di essere nonno di due pulcini neri, adottati dall'Africa (che in quel preciso momento da dentro il mare gridavano "Mamma! Guarda! Mamma, tuffo a rovescio, mammaaaaaaaa) Eh, sì ero indubbiamente io... Mi racconta in breve la sua storia e il suo rapporto con la famiglia di mio padre e infine, concisa mi regala una ricetta della nonna che non ho mai conosciuto! "Noi abitavamo a fianco alla casa paterna di tuo padre. Io, mia mamma e mio fratello più piccolo. Mio papà era morto giovane e ci siamo trovati in difficoltà. Tua nonna, una gran bella persona, (guarda i miei bambini) le somigli! Ci sostenne moltissimo alla nostra disgrazia. Sostegno morale, dal punto di vista umano. Aveva un modo unico allegerire tutto. Ho dovuto trovare un lavoro io per tirare sù mio fratello che era piccolo. Povertà, non dico altro... Lei diceva a mia mamma: che ci metti a fare l'uovo nella carne! Fallo mangiare al bambino che alle polpette non serve! Lo diceva per farle guadagnare un pasto per il bimbo, ma sai una cosa, io le polpette le faccio ancora così, come diceva donna Eleni e la penso ogni volta che preparo polpette, polpettine e perfino il polpettone, fatto proprio 3 giorni fa e ho pensato a tua nonna. Esce una meraviglia..." Mi sono fatta dire il resto degli ingredienti. Ha salutato e se ne andata. Poi a casa, papà mi raccontò che lei era una ragazza bellissima. Lui aveva 8 anni e lei 18 e ogni volta che si lavava cercava di spiarla da sotto la porta che aveva uno spazio cospicuo...
Adesso so che oltre il nome, i lineamenti, lo sguardo, l'atteggiamento serafico nell'affrontare l'ira di un uomo arrabbiato, di lei ho ereditato anche il senso dell'inutilità delle uova nell'impasto delle polpette! Eccovi la ricetta!
Ingredienti:
- 1kg macinato di manzo
- 140g pangrattato
- 2 chucchiaini di sale
- 50ml ouzo o tsipouro con anice (sostituibile con un qualsiasi distilato secco ad alta gradazione (38-46%Vol) prodotto a partire da una base costituita da mosto d'uva sia fresca che passita e anice)
- 250ml acqua
- 50ml olio extravergine d'oliva
- 1 cipolla media grattugiata
- 1 cucchiaino di tritto di prezzemolo
- mezzo cucchiaino di tritto di menta fresca
- pepe nero
Esecuzione:
Impastate bene tutti gli ingredienti insieme e lasciate riposare in frigo per almeno 2 ore o anche una notte. Formate delle palline, schiacciatele poggiatele sulla griglia del forno foderata con carta oleata, conditele con un filo d'olio sopra e cuocete in forno prescaldato a temperatura massima per 30-40 minuti, a seconda della grandezza e la quantità delle polpette.
In alternativa mettete le polpette in teglia, tagliate delle patate a pezzi piccoli, oleatele, salatele, pepatele e distribuitele intorno alle polpette. Mettete in forno prescaldato per 15-20 minuti a temperatura massima, dopo di che tirate fuori e bagnate polpette e patate con suco di un limone diluito con una cucchiaiata di acqua. Rimettete in forno e ultimate la cottura per altri 20 minuti circa.
Saganaki è una tipica preparazione della cucina greca quando la situazione esige uno sfizioso antipasto per accompagnare un aperitivo, quando bisogna improvvisare degli stuzzichini per accogliere della buona compagnia senza aver prima organizzato, quando ci si vuole abbandonare in peccati di gola salati!
Si tratta semplicemente di formaggio infarinato e fritto in olio extravergine d'oliva. Prende il suo nome dal tegamino (saganàki) dove un tempo si usava friggerlo e molte volte servirlo. La maggior parte dei formaggi tipici greci vengono prodotti con latte di capra, pecora o misto di latte ovino in percentuali variabili. Per saganaki quindi si usa di solito Kefalograviera, un formaggio simile ad Asiago sia fresco che stagionato ma fatto con latte ovino e leggermente più salato. Adesso voi vi chiederete, perché sostituire Kefalograviera con un formaggio vaccino quando in Italia abbondano i pecorini... Semplicemente perché piace di più al mio palato! Ho sempre trovato saganaki buono ma forte, salato, insomma alla fine aveva qualcosa che non mi andava. Asiago e saganaki invece si valorizzano a vicenda! Perché quando ero piccola mia mamma ogni tanto comprava kefalograviera vaccina che a me piaceva moltissimo! Sull'altopiano di Asiago poi mio marito mi ha fatto la proposta di non-matrimonio, fondamentale per mettersi insieme dato che io di sposarmi non ne volevo sapere. E niente, ne sono affezionata e ghiotta! Provate Asiago a saganaki, vi stupirà!
Ingredienti:
- 200g di Asiago fresco in un unico pezzo
- acqua
- farina 00
- olio d'oliva extravergine
- qualche goccia di limone (facoltativo)
Esecuzione:
Mettete il formaggio in freezer per un ora, un ora e mezza.
Bagnatelo con acqua, passatelo nella farina e ripetete l'operazione. Mettetelo a friggere in olio extravergine ben caldo girandolo solo una volta per parte. Servitelo subito accompagnato da qualche fetta di limone. Facile, no? Sparisce in un batti baleno!
Mille modi per mangiare le zucchine! Questa volta un contorno estivo e delizioso preparato i primi di Settembre, perché in Grecia l'estate è dura a morire e perché di zucchine baby a casa ne siamo ghiotti! Si prepara con poca fatica e accompagna bene una grigliata di mare o di carne. A dire il vero va bene anche per accompagnare un aperitivo alla greca dove a piccoli stuzzichini si finise col pasteggiare! Sapori tutti che sanno d'estate: basilico, olio, aceto e aglio! Le zucchine devono essere piccole, baby appunto e tenerissime. Provatele e vedrete che il sapore cambia molto. Sono le mie preferite anche per farle in salsa d'uva acerba, ricetta tramandata da mio nonno. Zucchine baby grigliate invece è una ricetta di Apriti Sesamo che di questo ortaggio ne è ghiotta!
Ingredienti:
- 500gr di zucchine baby
- 4 cucchiaiate di olio extravergine d'oliva
- sale
- 2 cucchiaiate di aceto di vino rosso
- 1 spicchio d'aglio
- 4 foglie di basilico
Esecuzione:
Private le zucchine dalle estremità, lavatele e asciugatele. Tagliatele a metà per il lungo e grigliatele a fuoco moderato, girandole da tutti e due i lati, fino a che si ammorbidiscano restando comunque al dente.
Preparate l'emulsione con l'olio, l'aceto, il sale, le spicchio d'aglio tagliato a metà e il basilico trittato, condite le zucchine e lasciate riposare per un ora, prima di servire!
Vacanze sono i luoghi dove si ricaricano le pile, dove ci si rimette in asse, dove si generano nuove energie, dove si azzera ogni conto alla rovescia. Luoghi di vacanza sono per me, da anni ormai, certi abbracci. Abbracci stretti nei quali si scarica un meticoloso accumulo d'affetto durato un anno se non di più. Esattamente come le nuvole cariche di un temporale estivo che lasciano la terra emanare profumo di buono e il cielo limpido, così dopo un abbraccio, tutto è limpido e profuma. Luoghi di vacanza, oltre gli abbracci, sono per me odori e sapori dove il tempo si ferma. Non ho foto da cartolina dalle vacanze di Apriti Sesamo, perché ogni luogo senza essere raccontato viene privato della sua essenza. Diventa un luogo bello come un altro, carico solo della vanità del "io ci sono stata" (nulla di male, intendiamoci, fatto sta che non ho luoghi "io ci sono stata" da mostrarvi.)
Vi mostro parte degli abbracci e delle coccole dove sono stata, dove Apriti Sesamo si è rigenerata!
Un caffè (doppio espresso freddo) portato per colazione insieme a tsoureki, tiropita, muffins al cocco e un dolce sardo (ma fatto in Grecia da una greca...) per accompagnare tante chiacchiere, commenti e progetti. Tra tutte le belle emozioni persiste ancora l'essersi deliziati il giorno prima con la mia insalata di gamberetti e zucchine, quindi i discorsi arrivano alla sua bontà e alle sue mille varianti. Vecchio vizio nostro: creare a parole. Un tempo, a parole, scrivevamo libri interi di poesie, storie, opere teatrali. Adesso a quanto pare siamo pronti per passare a libri di ricette! Le zucchine crude condite con olio extravergine, limone e senape fanno da base indiscussa. Si discute invece sul taglio. A fettine o in lungo? E poi lui va a casa sua e mi manda le foto del risultato finale. Due foto prima di divorarla accompagnata con due fette di pane abbrustolito fatto con lievito madre. Me la regala per il blog e malgrado non metto ricette che non siano fatte e fotografate da me, questa merita percui accetto il regalo. Ah, dimenticavo! L'artefice della colazione nonchè dell'insalata, Mr Ripley insomma, è sempre lui, quello delle pesche per il frullato di un tempo!
Ingredienti (indicativamente):
- 2 carote
- 2 zucchine tenere
- salmone affumicato
- olio extravergine
- limone
- senape
- qualche goccia di aceto di vino bianco
- origano
- sale
- tripudio di pepe macinato (nero, verde e rosso)
- una punta di menta pirerita
Esecuzione:
Lavate e zucchine, privatele dell'estremità e con un pelapatate affettatele per la lungrezza. Spelate le carote e ugualmente per il lungo affettatele. Aggiungere i pezzi di salmone affumicato.
In un recipiente emulzionate l'olio, il limone, l'aceto, la senape, l'origano e un pizzico di sale.
Condite l'insalata macinate sopra il pepe.