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Visualizzazione post con etichetta piatti di carne. Mostra tutti i post
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giovedì 4 novembre 2021

Maiale in crosta

Rotolo di maiale ripieno di mela cotogna, in crosta di pasta brisée Stuffer

Avete mai mangiato le mele cotogne in piatti salati? Sono squisite. Spezzatino di maiale con mele cotogne è un piatto succulento della tradizionale cucina greca. E se invece usassimo le mele cotogne per farcire la carne di maiale? Ma vi dirò di più, se chiudessimo tutto in una pasta brisée croccante, che si trova pronta nel banco frigo dei supermercati? Scoprirete un sapore che vi conquisterà. Sì, avete capito bene, sto facendo le prove per i piatti di Natale e maiale in crosta, ripieno di mele cotogne è sicuramente un piatto da festa e se non c'è una festa comandata, faranno festa le vostre papille gustative. Se non avete a disposizione le mele cotogne, potete usare una mela verde, varietà Granny Smith. Penso possa essere una degna sostituta.

Rotolo di maiale ripieno di mela cotogna, in crosta di pasta brisée Stuffer

Ingredienti:
  • una lonza di maiale da 1 kg circa
  • 2 spicchi d'aglio
  • 2 cucchiaini di miele
  • 2 cucchiaini scarsi di sale
  • 1 cucchiaino abbondante di senape in polvere, (o salsa di senape)
  • 2 cucchiaiate di olio extravergine d'oliva + 40 g
  • mezza mela cotogna o una piccola 
  • una foglia di alloro
  • 1 rametto di rosmarino
  • 1 base brisée Stuffer
  • succo di un limone
  • un bicchiere di succo d'arancia
  • un bicchiere di acqua tiepida
Procedimento:

Con un coltello affilato e lungo di lama, praticate un taglio a spirale sulla lonza. Potete chiedere anche al vostro macellaio di preparavi la lonza per farne un rotolo ripieno.
Sminuzzate bene uno spicchio d'aglio, mischiatelo con 1 cucchiaino di sale, 2 di miele, 1 di senape e 2 di olio d'oliva extravergine e spalmate interno della lonza.Pulite la mela cotogna, tagliatela a spicchi e passatela da un piatto con acqua e limone per far sì  che non annerisca. Farcite la lonza con gli spicchi di mela cotogna, arrotolate la e legatela stretta con uno spago da cucina.
In una pentola grande il tanto da poter contenere il rotolo e dotata di coperchio, fate scaldare i restanti 40 g di olio extravergine d'oliva e rosolate il rotolo da tutte le parti. Aggiungete il secondo spicchio d'aglio intero, il rametto di rosmarino e la foglia di alloro lavati e asciugati. Sfumate con un bicchiere di succo d'arancia. Aggiungete un bicchiere di acqua tiepida e salate la carne con il secondo cucchiaino di sale.
Coprite e fate cuocere a fuoco lento per 1 ora, fino a che non evapori l'acqua e il succo d'arancia non si restringa.
Togliete il rotolo, lasciatelo raffreddare completamente e liberatelo delicatamente dallo spago.
Avvolgetelo nella pasta brisée e infornatelo a 200°C in forno ventilato per 20-25 minuti.
Tagliatelo a fette e servitelo con la salsa di cottura.

Rotolo di maiale ripieno di mela cotogna, in crosta di pasta brisée Stuffer

Avete mai provato lo stufato di mela cotogna e caldarroste? Se la ricetta vi intriga la trovate QUI!
E QUI invece trovate un altro rotolo di maiale ripieno!

domenica 18 ottobre 2020

Coniglio skordato

Un brasato di coniglio all'aglio. Ricetta della cucina greca. Piatto unico.

No, non è uno strumento a corde, né un ricordo caduto nel oblio. "Skordato" significa letteralmente "agliato" cioè che abbia molto aglio. Σκόρδο (skordo in greco) è l'aglio. È una ricetta per la carne di coniglio brasato all' aglio che troverete in mille varianti, nelle varie parti della Grecia, ma tutte, caratterizzate da una importante presenza di aglio e olio extravergine d'oliva così come dalla cottura lenta. Una testa d'aglio intera per coniglio. Le indicazioni che ho avuto sono state queste: "metti una testa d'aglio per coniglio, schiacciata, a fettine, a spicchi interi, in camicia, come vuoi, ma mettila. Abbondante olio extravergine d'oliva, i profumi tutti, un limone e un bicchiere d'acqua, sale e pepe." Adesso, per quanto una intera testa d'aglio mi ha sempre fatto paura, devo ammettere che coniglio skordato è di una squisitezza unica, sia per la presenza di aglio che per la particolare cottura che gli da l'abbondanza di olio extravergine d'oliva. I profumi tutti "alloro, rosmarino, timo e origano" è l'unica ricetta dove li uso tutti assieme, ma hanno il loro perché. Troverete la ricetta sia con limone che con aceto o vino, diluito nel bicchiere d'acqua, ma quando è con limone, non è coniglio lemonato, ovvero con forte la presenza del limone. Per quello servirebbe il succo di 2-3 limoni. Coniglio lemonato è una ricetta che faremo un'alta volta. Entrambi comunque si servono accompagnati da riso pilaf o patate fritte per i più piccoli, formando un piatto unico.

Un brasato di coniglio all'aglio. Ricetta della cucina greca. Piatto unico.

Ingredienti:

  • 1200 g circa di carne di coniglio a pezzi
  • 1 testa di aglio
  • 120 g di olio d'oliva extravergine
  • 12 g di sale
  • pepe bianco a piacere
  • 2 foglie di alloro
  • un ramoscello di rosmarino
  • mezzo cucchiaino di origano
  • mezzo cucchiaino di timo
  • succo di un limone
  • un bicchiere di acqua

Un brasato di coniglio all'aglio. Ricetta della cucina greca. Piatto unico.


Procedimento:

Lavate e asciugate i pezzi  di coniglio. Usate una pentola larga e dotata di coperchio, in modo che i pezzi di carne stiano adagiati singolarmente e non uno sopra l'altro. Mettete l'olio a scaldare e rosolate la carne. Aggiungete gli spicchi d'aglio, anche interi se non avete voglia di sminuzzarli o se vi intimidisce la grande quantità, rosolate qualche minuto anche loro e unite i profumi. Salate, pepate e aggiungete il succo di un limone diluito in un bicchiere d'acqua. Coprite, abbassate la fiamma al minimo e lasciate cuocere per 40-50 minuti. A metà cottura potete aggiugere un goccio d'acqua ancora, se serve.

Per il riso pilaf:
Utilizzate riso basmati che è molto adatto per questo metodo di cottura: in una pentola mettete 4 tazze da latte di acqua, 1 cucchiaiata d'olio d'oliva extravergine, 1 cucchiaiata di succo di limone e 1 cucchiaino di sale e portate in ebollizione. Aggiungete 2 tazze da latte (quelle più grandi delle tazza da tè, per intenderci) di riso basmati che precedentemente avrete messo in un colino a maglie fitte e avrete lavato sotto l'acqua corrente, mischiate e lasciate cuocere per 10 minuti a pentola scoperta e fuoco basso. Dopo i 10 minuti, mischiate, spegnete il fuoco, coprite e lasciate riposare per altri 10 minuti. Trascorso tale tempo, togliete il coperchio, sgranate il riso con una forchetta e pronto a servire! Mettete sul piatto e condite col sugo del coniglio skordato.

Un brasato di coniglio all'aglio. Ricetta della cucina greca. Piatto unico.


 




domenica 6 settembre 2020

Keftedes spetzofai

Polpette, peperoni e sugo. Ricetta della cucina greca.

Keftedes in greco sono le polpette. Spetzofai è un tipico piatto della mia zona, preparato con pochissimi ingredienti e molto velocemente. Praticamente si prepara con salsiccia, peperoni e pomodoro. (Trovate la ricetta QUI)  Capita però delle volte trovarlo preparato con le polpette al posto della salsiccia. Versione più da comfort food che da piatto sfizioso. 

Anche se lo spetzofai nasce come piatto piccante, lo spetzofai di keftedes di solito non lo è. Forse perché le polpette sono molto amate dai bambini... Comunque sia, la scarpetta è d'obbligo da grandi e piccini!
Lo spetzofai si fa con peperoni friggitelli e si prepara in un tegame dal manico lungo in modo da poterlo gestire a distanza perché schizza e va saltato. Quello di keftedes invece, per non disfare le polpette a volte lo si mette al forno. Ha un po' di passaggi in più ma vi assicuro che esce un piatto da leccarsi i baffi (per chi ce li ha ovviamente, per gli altri vanno bene anche le dita).
 

Polpette, peperoni e sugo. Ricetta della cucina greca.
Ingredienti:
Per i keftedes (le polpette)

  • 500 g di carne di manzo macinata
  • 1 cipolla grattugiata
  • 2 cucchiaiate di prezzemolo tritato
  • un pizzico di origano (facoltativo)
  • 3 cucchiaiate di olio d'oliva extravergine
  • 1 uovo
  • 1 cucchiaino di sale (5-7 g)
  • pepe nero
  • 1 tazzina da caffè pangrattato
  • 2 tazzine di acqua
Il resto degli ingredienti:
  • farina 00 per infarinare
  • olio per friggere
  • 500 di peperoni friggitelli
  • 80 g di olio d'oliva extravergine
  • 600 g polpa di pomodoro
  • 1 bicchiere d'acqua
  • 5 g di sale
Polpette, peperoni e sugo. Ricetta della cucina greca.

Procedimento:

In una bacinella impastate (questo è il verbo che si usa in Grecia) tutti gli ingredienti che servono per i keftedes. Non è un caso che si usa il verbo impastare perché non si tratta di un semplice mischiare gli ingredienti, ma incorporali proprio con movimenti simili a quelli per impastare il pane, fino ad ottenere un impasto omogeneo e morbido.
Coprite e lasciate riposare in frigo per minimo un ora.
Formate le palline e passatele dalla farina 00. Quando avrete finito con tutte le polpette, riprendete la prima, schiacciatela leggermente perché i keftedes hanno appunto una forma schiacciata e ripassatela dalla farina.
In una padella larga mettete olio per friggere e friggete pochi keftedes per volta, per 2-3 minuti per lato e poi mettetele su carta da cucina per farle asciugare dal olio di frittura.
Lavate e asciugare bene i friggitelli e se sono molto grandi, come i miei, tagliateli a pezzi e privateli dei semi. Se sono teneri non serve, anzi sotto il picciolo è la loro parte più gustosa.
Mettete il una padella 80 g di olio d'oliva extravergine e per qualche minuto friggete leggermente i peperoni. Ovviamente senza portare al punto del fumo l'olio! Appena i peperoni sono un po' ammorbiditi, aggiungete la polpa di pomodoro, diluite con un bicchiere d'acqua e il sale.
A questo punto ci sono due strade che si possono percorrere. O posizionate i keftedes direttamente in padella, facendo spazio tra i peperoni, in modo che stiano in mezzo e non sopra, coprite con un coperchio e lasciate andare per una ventina di minuti, oppure mettete i keftedes in una teglia, copriteli con la salsa di peperoni e lasciate cuocere a 200°C per una ventina di minuti al forno. A voi la scelta!
Io vi auguro buon appetito e felice scarpetta!

Polpette, peperoni e sugo. Ricetta della cucina greca.


domenica 19 luglio 2020

Spetzofai - piatto tradizionale di Pelio

Salsiccia e peperoni friggitelli

Eh sì, spetzofai è proprio roba mia... Ricetta tradizionale della montagna dove sono nati i miei nonni materni, della montagna residenza estiva degli Dei dell'Olympo, della montagna dei Centauri, della montagna stampata sulle piante dei miei piedi.
Spetzofai attraversando i ricordi della mia infanzia si fissa nella storia della mia vita come il piatto forte del mio "grosso, grasso matrimonio greco". L'avete mai visto il film? Vi ricordate la scena dove lei (la greca) porta dai parenti lui (il non greco). Vi ricordate l'amorevole risposta della zia quando invitando la nuova coppia a casa sua per cena, viene a sapere che Ian è vegetariano? "Ah, non fa niente, non fa niente, vieni ti faccio l'agnello!"
Ecco, spetzofai per me è l'agnello del mio grosso, grasso matrimonio greco. Io che dico: "zia, è estate... per cena ci teniamo leggeri con un insalata greca, una passeggiata mangiando il gelato..." E lei: allora venite  a pranzo!" Così il mio povero Hermes di Prassitele dovette affrontare un bollente e piccante piatto di spetzofai tutto suo, un caldo giorno di Agosto, con 42°C sotto ombra...
Bando ai ricordi, passiamo al piatto.
"Fai" in greco è "il mangiare" e "spetza" o "spentza" per i Piliorites (gli abitanti di Pelio) è un peperoncino piccante, indispensabile per un buon spetzofai. Ed è esattamente il peperoncino che vedete nelle foto sul bordo piatto.
Capita delle volte sentire discorsi generalizzanti sui piatti tradizionali che sostengono che ci possano essere molte versioni quante case quindi non ci si può avvalere di una ricetta tradizionale. Certamente ognuno nella propria cucina fa un po' come gli pare, tuttavia ogni piatto ha una versione più affermata e che esprime maggiormente la cultura culinaria del suo luogo d'origine. Spetzofai nasce come sfizio veloce per accompagnare una bevuta di vino o birra. Spesso lo si mette a centro tavola come mezes (stuzzichino). Nasce d'estate ma in montagna, quindi in città con 42°C meglio non proporlo. Nasce potenzialmente pesante come piatto, ma sapientemente alleggerito. Alleggerito da aglio o cipolla, anche se molti cuochi non riescono ad uscire dai propri schemi mentali che impongono la presenza di uno dei due ad ogni sugo di pomodoro.
Gli ingredienti dello spetzofai sono pochi ma bisogna che ve li descriva precisamente:
L'olio extravergine d'oliva con bassissima acidità e gusto delicato.
I peperoni: verdi, friggitelli, teneri e interi
La spetza (o spentza): Un peperoncino lungo, rosso, piccante ma non forte. (Se forte se ne utilizza solo un pezzo.)
La salsiccia utilizzata è la varietà di Pelio: qui sul luogo la chiamiamo loukàniko choriatikò (luganega rustica) nome indiscutibilmente di provenienza italiana anche se la preparazione di questo insaccato risulta dai tempi degli antichi greci. Si tratta di un insaccato fresco o semi-stagionato, preparato con carne mista di manzo, suino, pecora, in budello di manzo, con sale, pepe e spezie come i chiodi di garofano, il cumino, il timo.
Il pomodoro: sia fresco che concentrato fatto in casa, da addolcire eventualmente con un pizzico di zucchero.
E occasionalmente poteva essere aggiunta una melanzana della varietà violetta lunga nel caso i friggitelli non fossero presenti  nell'orto in abbondanza.

Salsiccia e peperoni friggitelli

Salsiccia e peperoni friggitelli

Ingredienti:
  • 500 g di peperoni friggitelli teneri
  • 300 g di luganega (quella che si avvicina di più è quella di carne mista)
  • 1 peperone lungo piccante
  • 50 ml di olio extravergine d'oliva
  • 2 pomodori grandi e maturi
  • 1 cucchiaino di concentrato di pomodoro diluito in un bicchiere d'acqua
  • Mezzo cucchiaino di sale
  • Un pizzico di zucchero se serve
Luganega e peperoni friggitelli

Procedimento:

Lavate i friggitelli e togliete il picciolo senza eliminare i semi se si tratta di peperoni teneri.
Tagliate la luganega in rondelle e se la vostra luganega è abbastanza grassa, sbollentatela per 5 minuti e buttate via l'acqua eliminando anche un po' del grasso sciolto.
In una padella capiente mettete l'olio a scaldare e rosolate un po' le rondelle di luganega. Appena pronte toglietele e mettete a rosolare i peperoni.
Aggiungete le rondelle di luganega, i pomodori grattugiati, il concentrato di pomodoro diluito in un bicchiere d'acqua, il sale ed eventualmente lo zucchero. 
Il peperone piccante o parte di esso, se fresco lo potete aggiungere insieme agli altri peperoni. Se invece è secco lo potete aggiungere assieme ai pomodori. 
A fuoco allegro lasciate cuocere fino a che la salsa non si addensi. Servite con dell'ottimo pane, perché la scarpetta è d'obbligo.
Salsiccia e peperoni

domenica 5 luglio 2020

Pollo al forno con patate - ricetta greca

Pollo al forno con patate e limone

Pollo al forno con patate: Kotopoulo sto fourno me patates, se lo sai fare siamo a cavallo... Il primo passo verso l'emancipazione dalla cucina di mamma! Un traguardo di autonomia culinaria da raggiungere. La ricetta che tutte le mamma e/o nonne greche insegnano prima che ci si trasferisca nella città universitaria che presto si riempirà di novellini, di uccellini appena usciti dal nido che si aggregheranno  allegramente per vivere gli anni più belli, folli e impegnativi della loro giovane vita. Beh, se sai cucinare pollo al forno con patate sarai sempre un accentratore di amicizie e di Domenica la tua casa sarà sempre in festa. Per i giorni infrasettimanali invece c'è la zuppa di lenticchie (perché dobbiamo mangiare sano) e la mensa! La ricetta che vi do è quella greca, tradizionale, che riporta la forma mentis della cucina greca, ovvero creare un piatto unico che riesca a deliziare ma anche a sfamare. Non è un secondo col contorno ma un piatto unico. Le patate e il pollo sono armonicamente legati tra loro dalla salsa che hanno creato durante la cottura. Salsa che pretende di essere raccolta con del ottimo pane. Dalla tavola in festa non manca mai la feta, in purezza o condita con olio e origano, un'insalata, un frutto e un bicchiere di vino. Ecco, la felicità!
Unica differenza dalla ricetta originale è l'eliminazione della pelle di pollo che appesantirebbe il piatto, dato che i polli di allevamento hanno una pelle parecchio grassoccia.

Pollo al forno con patate e limone

Ingredienti:
  • 4 cosce di pollo
  • 1 kg di patate
  • 15 g di sale (3 cucchiaini non colmi)
  • 1 cucchiaino di origano
  • 1 cucchiaino di senape in polvere
  • 1 spicchio d'aglio
  • pepe nero
  • 60 g di olio extravergine d'oliva
  • 150 g di acqua
  • succo di 2 limoni
Pollo al forno con patate e limone

Procedimento:

Pollo al forno con patate e limone
Togliete la pelle del pollo ed eventuale grasso. Lavate, asciugate le cosce e posizionatele su una teglia capiente, senza carta forno che non servirà.
Pelate le patate e tagliatele a spicchi ("kidonàtes" si dice in greco che tradotto letteralmente vuol dire "a mo' di mela cotogna").
In un recipiente  mischiate il sale, l'origano, la senape in polvere (i semi polverizzati o se non ne disponete sostituiteli con una cucchiaiata di salsa di senape), lo spicchio d'aglio privo dell'eventuale germoglio interno e tagliato a pezzetti e l'olio extravergine e con questa miscela spalmate bene le cosce di pollo e le patate.
Introducete l'acqua nella teglia versandolo a filo in un angolino della teglia e senza sciacquare pollo e patate appena conditi.
È il momento di pepare se gradite e infornare per 30 minuti in forno già caldo, a 180°C. 
Dopo i 30 minuti irrorate le cosce di pollo e le patate con il succo di due limoni e proseguite la cottura per altri 20 minuti.

Buon appetito!

Pollo al forno con patate e limone

domenica 24 maggio 2020

Trippa alla sarda

Ricetta tipica sarda. Cucina italiana


Precisamente "busecca a sa casteddaia" che vuol dire trippa alla cagliaritana. Piatto per gusti forti. Gusti un po' lontani dai miei, anche se devo ammettere che è uscito un gran bel piatto. La ricetta l'ho presa dal primo volume del libro di Itala Testa "Cucina di Sardegna" edito nel 1982 ed ho adattato un po' il procedimento, dato che la trippa ormai la si trova già accuratamente lavata, bollita fino a risultare tenera e tagliata  a listelli sottili.Come consiglia Itala Testa il pecorino secco grattugiato, ingrediente facoltativo che non troverete tra gli ingredienti di questa ricetta, è meglio servirlo a parte, in modo che ognuno possa cospargerlo sulla propria porzione a seconda del proprio gusto. Mio marito per esempio, cagliaritano doc, dice che il pecorino non ci sta a fare niente, io invece ho voluto provarlo e confermo, non ci sta a fare niente. Ma ognuno ha i suoi gusti, per cui fate un po' voi. 
La ricetta semplicissima e molto veloce. Ecco come preparare la trippa alla sarda:

Ricetta della cucina italiana, tipica della Sardegna.

Ingredienti:
  • 500 g di trippa bollita
  • 500 g di pomodori da sugo
  • 1 cipolla media bianca
  • 1 bustina di zafferano (o anche mezza a seconda dei gusti)
  • 80 ml di olio extravergine d'oliva
  • 5 g di sale (un cucchiaino)
  • 4 foglioline di menta fresca
Ricetta tipica sarda. Cucina italiana

Procedimento:

Nel caso la vostra trippa non sia già lavata, bollita e tagliata, fatelo voi lavandola accuratamente e mettendola a bollire in abbondante acqua salata alla quale avrete aggiunto anche 2 gambi di sedano. Appena diventa tenera toglietela dall'acqua, scolatela e tagliatela a listelli.
Tagliate la cipolla a tocchetti e mettetela a soffriggere insieme ad un goccio d'acqua ogni tanto per farla appassire dolcemente. Spellate e tagliate a tocchetti anche i pomodori e aggiungete li nel soffritto assieme al sale e lo zafferano. Inserite anche la trippa, la menta, mezza tazzina di acqua se serve, e lasciate cuocere il tutto per una mezz'ora a fuoco medio-basso.

Ricetta tipica sarda. Cucina italiana


mercoledì 5 febbraio 2020

Insalata di sfilacci e rucola



Gli sfilacci di cavallo! Una degustazione che non potete perdere a meno che non siate vegani o vegetariani. Sfilacci e rucola! Un piatto al quale sono molto affezionata perché lo preparavo spesso durante gli anni dell'università, quando non si andava a mangiare in mensa universitaria e si poteva andare a fare la spesa alle piazze e al mercato di Padova. Inutile girarci intorno, è un abbinamento divino! Sapori forti che ben si sposano e finiscono per diventare un piatto unico più che un insalata!
Gli sfilacci hanno una leggera affumicatura e sono molto saporiti. Ben si abbinano con limone e rucola, aggiungendo anche qualche fetta di patata bollita avete un piatto completo!
Piccole regressioni e forte senso di nostalgia. Oggi mi sento 20 anni meno e vorrei essere lì... Tra Piazza delle Erbe e Piazza dei Frutti a comprare il mazzetto di rucola fresca e al mercato coperto, al "Salone dei sapori"  per gli sfilacci! Eccovi la ricetta:


Ingredienti:

(Le quantità sono relative. Le gestite secondo il vostro gusto. Queste sono le mie per una insalattona che fugge da piatto unico)
  • 80 g di sfilacci di cavallo
  • 80 g di rucola
  • 1 patata medio-piccola
  • 60 ml di olio extravergine d'oliva (3 cucchiaiate)
  • succo di mezzo o quasi un limone
  • pizzico di sale
  • pepe nero (macinato fresco se possibile)

Procedimento:

Preparate una abbondante emulsione di olio extravergine d'oliva e succo di limone e mettete gli sfilacci di cavallo, lasciandoli rinvenire per un oretta o anche di più. (Se non avete tempo a disposizione non è un passaggio obbligatorio.)
Lavate e asciugate bene la rucola.

Fatte bollire una patata, spellatela e tagliatela a fette.
Impiattate la rucola e le patate, condite con un pizzico di sale e aggiungete gli sfilacci di cavallo insieme a tutta l'emulsione di olio extravergine e limone. Macinate sopra un po' di pepe nero e il gioco è fatto! Avete pronto un piatto veramente da gran gourmet, per uno o 2 persone.





venerdì 17 gennaio 2020

Fegato alla veneziana di Apriti Sesamo


Qualche settimana fa mio figlio di 9,5 anni si è impuntato che deve imparare a cucinare. Giusto, logico e sacrosanto! La pazienza di chi dovrebbe invece tramandare il sapere non sempre è presente e alle sue insistenze che doveva fare lui, dopo aver fatto funghi pleurotus trifolati in autonomia e dopo anni che cerca di rubarmi il mestiere osservando ho voluto buttarlo subito in acqua alta, come si dice, con una ricette non proprio da bambini. "Faccio io la cena! Faccio io! Cosa dobbiamo cucinare?" Nel mio tentativo di scoraggiarlo gli misi davanti un fegato di maiale che nonna ci aveva procurato: "Abbiamo questo da cucinare." E lui, tendenzialmente vegetariano, lo affrontò in modo al quanto professionale! Lo ispezionò e chiese: "è morto?" (domanda universale dei vegani). "Ok, lo cucino io."  Ha tagliato le cipolle assaggiando i pezzi più teneri mentre il fratello piangeva a fianco chiedendo: quando finisci?
Senza batter ciglio ha tagliato il fegato e ha seguito perfettamente le istruzioni. Io ho dosato solo il sale ed ecco a voi ricetta e risultato!
Il fegato alla Veneziana lo preparò mio marito tanti anni fa e non so perché la mia mente registrò un ingrediente che la ricetta originale non prevede, ma che ci sta da Dio e noi ormai non possiamo fare a meno della tazzina di brandy. Provate una volta il fegato alla veneziana di Apriti Sesamo e ditemi che ve ne pare.



Ingredienti:

  • 300 g di fegato di maialetto
  • 60 ml di olio extravergine d'oliva (se siete al nord, in climi più freddi usate metà olio e metà burro)
  • 2 cipolle bianche
  • 4-5 g di sale
  • 1 foglia di alloro (lo troverete con salvia, lo troverete con prezzemolo, a me piace con alloro)
  • 1 tazzina da caffè brandy


Procedimento:

Lavate il fegato, lasciatelo scolare e tamponatelo con un po' di carta da cucina. Tagliate a fette le cipolle e il fegato a striscioline. In una tegame ampio mettete a rosolare la cipolla con 60 ml di olio extravergine d'oliva, la foglia di alloro e qualche goccio d'acqua affinché si ammorbidisca e inizia a dorarsi.
Quando la cipolla sarà quasi pronta e senza acqua, alzate in fuoco, mettete le striscioline di fegato e appena sigillate (appena cambiano colore) sfumate con la tazzina di brandy, abbassate il fuoco e lasciate andare per 5-6 minuti. Prima di spegnere salate e lasciate riposare una decina di minuti prima di servire.



domenica 1 dicembre 2019

Stinco di maiale all'arancia


Come vi avevo già scritto parlandovi dello stinco di maiale al forno, questa pietanza è un punto d'orgoglio di molte trattorie gourmet in Grecia e ognuna ha il suo piccolo segreto sulla marinatura e il suo contorno con la quale presentarlo, spesso con patate cotte sui sughi della carne. Il comune denominatore è la cottura lenta che permette al tessuto connettivo in grande presenza sullo stinco, di trasformarsi nel gustosissimo gel che renderà la carne tenera e succosa. Lo stinco di maiale non è una parte pregiata perché la carne è dura e necessita di lunga cottura. Essendo però il muscolo più usato dall'animale risulta anche molto, ma molto saporito. Un tempo si preparava in pentole di terracotta dotate di coperchio e si metteva al forno a legna da quando lo si accendeva fino a che non finiva la cottura del pane. Sì può scegliere di prepararlo con la cotenna o senza, io lo preferisco senza.
Anche lo stinco di maiale all'arancia, altro non è che un stinco di maiale al forno. Io questa volta ho usato la mia pentola dotata di coperchio che può essere messa al forno e funziona come pentola di terracotta ma in mancanza potete tranquillamente preparare come vi descrivo in seguito.




Ingredienti:
  • 2 stinchi di maiale senza la cotenna (1500 g circa)
  • 1 spicchio d'aglio
  • 2 cucchiaini di sale
  • 1 cucchiaino di buccia abbrustolita di una arancia bio
  • 2 cucchiaiate di marmellata di arance amare
  • succo di mezzo limone
  • succo di un'arancia
  • 1 cucchiaino abbondante di semi di senape in polvere (sostituibile con senape che si trova in commercio)
  • 2 cucchiaiate di olio d'oliva extravergine
  • un cucchiaino di timo

Esecuzione:

Prelevate la buccia, solo la parte arancione, di una arancia grande non trattata. Con la mezza luna o col tritatutto sminuzzatela e mettetela in una padella antiaderente, a fuoco basso finché si asciughi e si abbrustolisca, stando attenti che non si bruci.

Mischiate il sale, la marmellata, l'olio, la polvere dei semi di senape, il timo e l'aglio ridotto in poltiglia, la buccia d'arancia abbrustolita e il succo del limone e dell'arancia.

Lavate e asciugate bene tamponando gli stinchi di maiale. Incidete più volte la carne e con un cucchiaino fate in modo che il condimento penetri nelle incisioni. Lasciate marinare per 2-4 ore ancora meglio per una notte in frigo.

Quando la carne è abbastanza marinata, avvolgete i stinchi insieme alla marinatura in carta forno e poi in carta alluminio. Fate cuocere a per 2 ore e 30 minuti a 180°C. 

Trascorso tale tempo aprite l'involucro con grande attenzione a non bruciarvi dal vapore e continuate la cottura finché la marinatura si restringa e la carne acquisti una doratura succulenta da entrambi i lati.

Raccogliete il sugo di cottura e se è molto ristretto diluitelo con succo di una arancia e olio d'oliva extravergine per poter bagnare ulteriormente la carne una volta messa sul piatto. Usate l'olio in eccesso per saltare delle patate bollite e condite a sa schiscionera.

Servite con patate a sa schiscionera e insalata di cavolo con carote




giovedì 28 marzo 2019

Polpette al sugo


"Non crediate che io abbia la pretensione d'insegnarvi a far le polpette. Questo è un piatto che tutti lo sanno fare cominciando dal ciuco, il quale fu forse il primo a darne il modello al genere umano." diceva il buon Pellegrino Artusi, come introduzione della sua ricette di polpette.
Che dire delle polpette al sugo? Vorrei trovare chi riesce a resisterle! Questa è la ricetta che mi ha dato, per le massime, mia suocera. Gli ingredienti sono quelli, per le quantità mi sono aggiustata. Si potrebbe aggiungere anche un poco di cipolla soffritta dentro l'impasto delle polpette ma alla fine a noi piacciono più così! Un classico della grande cucina italiana che adoro. Un secondo che sa di casa, ma abbinandolo a pasta, riso pilaf o purea di patate un piatto unico in tutti i sensi. Eccovi la ricetta:



Ingredienti:

  • 500 g di carne di manzo magra, macinata 2 volte
  • 5 g di sale
  • 1 uovo
  • 80 g di pangrattato
  • 150 ml di latte
  • 40 g di parmigiano grattugiato
  • 30 ml olio d'oliva extravergine
  • noce moscata

per il sugo

  • 640 g di polpa di pomodoro
  • 1 cipolla media, bianca
  • 1 spicchio d'aglio
  • 60 ml di olio d'oliva extravergine
  • sale
  • 4 foglie di basilico
  • pizzico di zucchero se occorre



Esecuzione:

Mettete tutti gli ingredienti per le polpette in una terrina e impastate per 10 minuti. Attenzione! Non si mescolano, non si mischiano, bensì si impastano. Non basta mischiare gli ingredienti bisogna proprio amalgamarli bene. Coprite e lasciate riposare in frigo per 4 ore o una notte. Tirate fuori un'ora prima della cottura formate tante palline, della dimensione a voi più congeniale, infarinatele e friggetele oppure fate come ho fatto io: posizionatele sulla teglia foderata, conditele con un filo d'olio extravergine d'oliva e infornatele per 10-12 minuti al forno portato precedentemente a temperatura massima.
Preparate il sugo, facendo un soffritto leggero della cipolla e del aglio aggiungendo qualche cucchiaiata di acqua. Inserite la polpa di pomodoro, il sale, un pizzico di zucchero se il vostro pomodoro risulta aspro e infie due tazze di acqua calda. Appena riprende il bollore aggiungete le polpette e lasciatele cuocere per 40 minuti a fuoco bassissimo, finché non si restringe bene il sugo. 10 minuti prima della fine, aggiungete il basilico, spegnete, coprite e lasciate riposare un po' prima di servire. 





lunedì 25 marzo 2019

Bistecca di cavallo


Prima volta che tornai a casa da quel paese lontano dove andai in cerca di fortuna, mi accolse con un grande abbraccio. "Ti ammiro! A 18 anni partire da sola! Qui vanno a studiare ad una città diversa e mamma e papà li accompagnano per sistemarli nella nuova casa, iscriverli all'Università e tu invece hai fatto tutto da sola! Sono fiera di te!" nel frattempo nonna si era documentata sugli usi e costumi di questo popolo diverso che già aveva avuto modo di conoscere durante la seconda guerra mondiale. Dopo aver chiacchierato un po' e mentre mi aspettavo dicesse "stai attenta agli Italiani che fanno innamorare" lei prese le mie mani nelle sue e mi disse: "Stai attenta, gli Italiani  mangiano carne di cavallo!" Mi sono messa a ridere e lei come se guardasse una persona che era appena tornata dalla Cina dopo aver mangiato carne di cane mi disse: "Ma no!!! Al cavallo manca la parola! E' compagno di vita! E' come il proprio cane, fedele fino alla fine! Mangeresti il tuo cane? Il cavallo se cadi si rompe la zampa pur di non calpestarti!" Si mise a elencarmi tutti i cavalli storici del mondo a partire da quelli di Ettore che piansero la sua morte fino al cavallo suo, aiuto e sostentamento della sua famiglia. Poi si è messa a ridere imbarazzata, non sapendo più se volermi ancora bene o meno, dopo aver mangiato carne di cavallo. Infine mi abbracciò e non ne parlammo più...
Un popolo va conosciuto e amato nella sua totalità e non nego che la bistecca di cavallo è buona! Specialmente condita come la cucina italiana raccomanda e come il mio gusto greco esige. Nella cucina greca infatti anche le carni per arrosti vengono spesso condite e lasciate marinare. Si ritiene poco appropriato salare la carne prima della cottura, perché il sale disidrata e secca, ciò tuttavia non succede quando la carne è prima condita massaggiata con abbondante olio d'oliva extravergine. Quindi se non siete vegetariani / vegani o obiettori di coscienza, se siete carnivori godetevi questa ricetta. Due raccomandazioni però... affidatevi ad un macellaio e chiedete carne frollata e  di qualità, se volete un risultato garantito e ricordatevi che la carne rossa va consumata con moderazione. Una ogni tantum...



Ingredienti:

  • 500 g di carne di cavallo tagliata per bistecca
  • 1 spicchio d'aglio
  • 6 listelli di prezzemolo
  • 80 ml di olio extravergine d'oliva
  • 7 g di sale (un cucchiaino)
  • pepe nero fresco di macinatura


Esecuzione:

Comprate dal vostro macellaio di fiducia una maxi bistecca di carne di cavallo ben frollata. Chiedetela alta se desiderate che resti abbastanza succosa.
Spelate l'aglio, apritelo a metà e togliete l'eventualmente germoglio. Lavate e asciugate il prezzemolo e fate un battuto di aglio e prezzemolo. Condite la carne prima con l'olio e il  trito di aglio e prezzemolo, massaggiate in modo che l'olio copre tutta la superficie della carne e solo allora salate e pepate. Coprite con pellicola alimentare, ponete in frigo e lasciate marinare per una notte o minimo per 4 ore.
Tirate fuori dal frigo un'ora prima di cuocere la carne, in modo che arrivi a temperatura ambiente.
Scaldare bene la piastra antiaderente o di ghisa e cuocete a fiamma medio alta per il tempo da voi preferito. Dipende dall'altezza della bistecca e quando cotta la volete. Per la bistecca che vedete in foto sono serviti 4 minuti per parte.





giovedì 8 novembre 2018

Salsiccia con la verza


La "versione sarda di wurstel con crauti" come goliardicamente mi piace chiamare questo piatto saporito e veloce da preparare. Salsiccia e verza sono un abbinamento ben riuscito che dà velocemente un piatto completo, aggiungendo i carboidrati del pane. La salsiccia che ho usato è quella fresca preparata su ricetta sarda, quindi con carne di maiale e semi di finocchietto.



Ingredienti:
  • 80ml di olio extravergine d'oliva
  • 450g di salsiccia fresca (ai semi di finocchietto)
  • 2 cipolle bianche
  • un cavolo verza delle dimensioni che preferite
  • sale
  • 2 bicchieri di acqua calda


Esecuzione:

Tagliate la salsiccia a pezzettini, mettete l'olio a scaldare e rosolate la salsiccia. Aggiungete le cipolle tagliate a fette, fatte rosolare per qualche minuto e poi aggiungete la verza priva delle foglie esterne (la mia era proprio il cuore quindi tutto bianco). Rosolate per un attimo ancora, spegnete con due bicchieri di acqua calda (oppure un bicchiere di vino bianco e uno di acqua, se preferite), aggiungete un poco di sale tenendo conto che serve solo per salare la quantità di verza utilizzata, perché la salsiccia è già giusta di sale. Abbassate il fuoco al minimo, coprite e tirate a cottura fino a che anche le parti più consistenti della verza non risultino morbidi. A quel punto scoperchiate la pentola, alzate la fiamma e lasciate restringere un po' il sughetto.
Servite caldo e se gradite anche con del peperoncino piccante ma temo che così cambiamo regione e diventa "versione calabrese di wurstel e crauti!" 😀  Insomma scegliete voi, tanto resta sempre un buon comfort food sia come secondo che come piatto unico!